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Giancarlo Ferron a tutto campo sul lupo: “Non lo conoscete”

La paura del lupo. Una questione ancestrale che ci si porta dentro da bambini o una cosa concreta? Secondo Giancarlo Ferron, scrittore e naturalista, la colpa di tanto timore è da ricercare nella fiaba di Cappuccetto Rosso, che ci ha convinti che il lupo, pur di predare un uomo, sarebbe disposto ad interagire con lui.

Niente di più sbagliato. Chi conosce il lupo, sa che non ha nulla da temere. Perché il lupo, piaccia o no, con l’uomo non vuole avere nulla a che fare. Glielo ha insegnato la sua mamma durante il lungo imprinting e glielo ricorda costantemente il capo branco al quale il lupo ubbidisce ciecamente.

“Non si sono mai registrati attacchi di lupo all’uomo– ha spiegato Ferron, che la natura la conosce bene – Non è del lupo che dobbiamo avere paura, ma delle zecche, dei fulmini, o dei funghi velenosi. Quelli sì che uccidono”.

Ferron, che cosa sappiamo concretamente del lupo?

Quello che sappiamo del lupo è legato alla storia di Cappuccetto Rosso. Non sappiamo molto di più. E da qui derivano le paure ancestrali che abbiamo nei confronti di questo splendido animale, ma sono emozioni che non hanno nulla a che fare con il lupo. Anche nel passato c’era paura per il lupo, all’epoca dell’inquisizione sono stati sterminati tantissimi animali. Ora, quella mentalità sta tornando a galla.

E’ un problema di predominio dell’uomo o di un problema causato, in questo caso, dal lupo?

Gli uomini hanno la tendenza ad avere il controllo su tutto. Vorremmo eliminare tutto quello che consideriamo un pericolo, un ostacolo alle nostre abitudini.

Il lupo è pericoloso?

Assolutamente no. Sono molto più pericolose le zecche. Faccio un esempio pratico: ogni anno si registrano 10-15 morti da fulmini, ma nessuno a causa di un lupo. Gli attacchi da parte di lupi ad esseri umani, finora sono solo supposizioni, non c’è nessuna testimonianza provata e analisi dei medici e scientifiche hanno sempre smentito le denunce di attacchi da lupo. Il problema è che viviamo in un mondo di tuttologi, a cui non interessa il parere degli esperti: urlano e sbraitano come se sapessero le cose. E invece non le sanno.

In pochi anni, il lupo è tornato ad essere un abitante dell’Alto Vicentino. E sono in molti a lamentarsi…

I pastori, in epoca romana, non hanno mai considerato il lupo un problema, essendo abituati a conviverci. Nell’Appennino il lupo c’è sempre stato e ancora oggi i pastori ci convivono. Nell’Altopiano Vicentino invece, quando il lupo era sparito, ha prevalso un sistema di allevamento senza protezioni e spesso senza la presenza fisica dell’uomo. Visto che non c’era il lupo come predatore, si potevano lasciare le mandrie e le greggi incustodite senza subire nessuna perdita.

Con l’arrivo del lupo quindi si sono rotte le uova nel paniere…

Esattamente. Il lupo dà fastidio dal punto di vista economico, non perché rappresenti un pericolo per l’uomo. G.li imprenditori della montagna vogliono eliminare il lupo perché preda gli animali domestici non protetti e interferisce con la loro tranquillità economica. In Appennino, i pastori fanno i pastori. Il primo deterrente per il lupo è proprio l’uomo e dove ci sono i pastori il lupo non si avvicina. Qui invece al pascolo gli animali sono soli.

Per lungo tempo il lupo non c’era. Perché è tornato?

E’ tornato grazie all’aumento degli animali selvatici: caprioli, cervi, camosci. E anche per una corretta gestione venatoria delle specie. Inoltre, sono stati liberati mufloni, addomesticati in epoca neolitica, prede facilissime per il lupo. Il muflone non conosce il lupo, quindi non scappa e il lupo lo preda senza fatica. Non dimentichiamoci dei cinghiali, ibridati con i maiali domestici, introdotti abusivamente in tutta Italia. Quindi il lupo ha potuto ri-colonizzare il territorio in modo naturale. I lupi non sono stati liberati, come qualcuno erroneamente crede.

Che cosa dobbiamo sapere del lupo?

Che non è assolutamente pericoloso per l’uomo. Dove c’è l’uomo, il lupo non c’è. Il fatto che si avvicini alle case o alle auto non significa nulla: il lupo non teme i muri delle case o la carrozzeria delle macchine, teme l’uomo. Il lupo ha una vasta gamma di prede nel mondo animale, naturalmente sceglierà quelle che richiedono minore sforzo nella predazione.

Ma il lupo preda sempre negli alpeggi…

Il lupo preda le prede più facili e incustodite. Se il bestiame è difeso, con i sistemi oggi conosciuti, le predazioni si riducono di molto o addirittura si annullano. In inverno non ci sono bestie al pascolo, ma i lupi ci sono lo stesso. Questo fa capire che non sono necessarie le mucche o le pecore per il lupo. Non serve uccidere il lupo, basta difendere il proprio bestiame. I recinti non vengono usati perché si pensa che debbano recintare tutte le malghe, ma non è così. I recinti servono per il bestiame che la notte è a rischio. E’ un lavoro in più rispetto alle abitudini, ma è il solo modo possibile. E’ come difendere l’orto dalla grandine: si mette una rete.

Come preda un lupo?

I lupi hanno un imprinting molto lungo. Mentre mamma lepre deve solo insegnare ai suoi cuccioli a rimanere fermi davanti al pericolo e poi a scappare, mamma lupo ha un compito impegnativo e lungo. I lupi hanno regole gerarchiche, devono essere bravi cacciatori per non morire, le cure parentali sono fondamentali. Per questo non si possono uccidere lupi a caso. Se per errore si uccide un capobranco, sarebbe come uccidere i genitori di figli adolescenti. I giovani rimarrebbero senza un capo, senza nessuno che insegni loro come comportarsi. Questo sì sarebbe molto pericoloso.

Ci sono stati numerosi incontri pubblici. E’ emersa come eventuale soluzione la sterilizzazione dei lupi. E’ una cosa possibile?

E’ una sciocchezza enorme. Catturare un lupo è difficilissimo e per prenderlo serve l’impiego di un numero altissimo di persone qualificate, come biologi, veterinari, ricercatori e operatori di vigilanza. Sarebbe un lavoro immane ed estremamente costoso, solo per sterilizzare inutilmente qualche soggetto. Il fatto è che spesso sui giornali si leggono dichiarazioni fatte da persone inesperte in materia che dicono quello che la gente vuole sentirsi dire, anche a costo di dire stupidaggini.

E l’abbattimento?

In Veneto ci sono 43 lupi, più le cucciolate attuali. Secondo il piano lupo nazionale, non ancora approvato, se ne potrebbe abbattere in deroga al massimo il 5%, rispettando una serie di parametri difficilissimi da rispettare. Inoltre, il personale incaricato deve individuare esattamente il soggetto da abbattere, perché ripeto, se per incompetenza si abbatte il capobranco, si rischia di destabilizzare il branco e di far aumentare i danni al bestiame domestico. In quel caso mancherebbe l’educatore e le predazioni del branco non avrebbero più regole. I lupi sono molto rispettosi dell’educazione e della gerarchia.

Potrebbero esserci incroci tra qualche lupo e qualche cane che sfugge al controllo dell’uomo?

Potrebbe succedere che qualche cane maschio venga accettato da una lupa in calore. Ma poi la lupa alleverebbe i cuccioli come lupi, quindi sarebbero lupi a tutti gli effetti, quindi totalmente diffidenti verso l’uomo.

Il problema vero quindi è l’uomo…

E’ l’uomo che non vuole rispettare le regole della natura. Dobbiamo mettercela via con serenità, il lupo da qui non se ne andrà. Qui non si tratta di essere a favore o contro il sistema che sostiene l’agricoltura e l’allevamento, perché in linea di principio si può essere tutti d’accordo, ma si tratta di essere consapevoli. L’uomo deve trovare il modo di conviverci come succedeva una volta o come succede in altri posti. Prima di giudicare la natura bisogna conoscerla. Per conoscerla bisogna studiarla, sempre, con continuità.

Potrebbe tornare anche l’orso?

Mah, potrebbe anche tornare, ma è difficile. Il problema è la conquista territoriale dell’orso: le femmine di orso non si spostano dal luogo dove sono nate, quindi procreano sempre nello stesso posto. Le femmine più vicine a noi sono in Slovenia e in territorio trentino. Può capitare che qualche maschio passi dalle nostre parti, mentre fa strada per raggiungere una femmina.

Anna Bianchini