Otto sciacalli che facevano business sulla pelle di cuccioli sottratti alla mamma quando avevano ancora bisogno di lei. Un traffico illegale di povere bestiole che morivano spesso durante il tragitto. Venduti con cinismo e commerciati con crudeltà e con la compiacenza di un veterinario senza scrupoli, che aveva il compito di apporre il microchip. Cagnolini di razza toy, quindi i più piccoli e fragili fisicamente, che acquistati a 50 euro, venivano rivenduti a 750 euro.
Gli animali venivano portati in Italia dall’Ungheria, dalla Polonia e dalla Slovacchia senza rispettare le regole di trasporto e in condizioni pessime. Venivano poi venduti a questi prezzi altissimi con una falsa documentazione.
Quello che ha scoperto la Polizia Stradale di Udine che ha arrestato 8 persone, tra italiani e stranieri, è raccapricciante: decine di cuccioli di cane stipati nei bagagliai, in condizioni pessime. Lo scopo era quello di portarli in Italia da paesi come l’Ungheria, la Polonia o la Slovacchia. L’organizzazione è stata smantellata dalla Polizia stradale di Udine che ha eseguite otto misure cautelari nei confronti di sei italiani, di una cittadina polacca e di uno slovacco, con l’ipotesi di associazione per delinquere.
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