“Durante tutta la mia vita ho sempre dimostrato di non avere mai avuto dubbi nello scegliere da che parte stare e cioè dalla parte di chi rispetta la legge”. Inizia così la risposta di Berlato a Zanoni, sul caso ‘guardie zoofile’.
“Così come fermamente ho sempre preteso da tutti i cacciatori il rispetto delle normative vigenti, stessa cosa deve essere pretesa anche nei confronti delle guardie volontarie zoofile alle quali la legge, cosi come sancito da una recente sentenza del Consiglio di Stato n. 4653 del 2016, affida il solo compito di garantire il rispetto delle normative contro il maltrattamento degli animali da affezione -continua Berlato – In base alla sentenza n. 4653/16 il Consiglio di Stato ha sancito, in modo inequivocabile ed in via definitiva che gli agenti volontari zoofili non possono esercitare la vigilanza nei settori ittici e venatori, a meno che non si sottopongano a specifico esame come previsto dalle normative regionali vigenti”
“È vero che vengono commesse infrazioni al Codice della strada ed anche alle normative venatorie, ma non per questo può essere autorizzato un arbitro di calcio ad elevare, contro legge, sanzioni agli automobilisti, solo perché qualcuno lo ha dotato di un fischietto – continua – Da cacciatore, prima ancora che da rappresentante delle istituzioni, ho sempre considerato i bracconieri come primi nemici dell’immagine del mondo venatorio e li ho sempre combattuti con determinazione”
“I bracconieri stanno ai cacciatori come i pirati della strada stanno agli automobilisti – continua Berlato – Non perché ci sono alcuni che non rispettano il Codice della strada si possono trattare tutti gli automobilisti come pirati della strada e non perché ci sono alcuni che non rispettano le rigide leggi che regolamentano l’attività venatoria si possono trattare tutti i cacciatori come bracconieri”
“Voglio anche ricordare che il cacciatore è una persona dalla fedina penale perfettamente pulita che esercita un’attività lecita prevista da specifiche Direttive comunitarie e normata in Italia da leggi statali e regionali tra le più restrittive d’Europa – conclude – Chi non rispetta le regole venatorie in Italia viene punito con pesanti sanzioni anche di natura penale e, nei casi più gravi, con la revoca della licenza di caccia”.
di Redazione AltovicentinOnline