Quattro giovani, con quattro personalità diverse, più coraggiosi ed intraprendenti dei loro predecessori e pronti ad ammettere tutti gli errori che sono stati fatti dal partito negli ultimi anni.
Ammetterli e riconoscerli, perché è necessario farlo quando non li vuoi ripetere e sei intenzionato ad essere una forza politica di primo piano, capace di rappresentare le istanze dei cittadini ‘slacciandoti’ dalle battaglie che non ti appartengono e che vengono ingaggiate solo perché trascinati in ballo da avversari che non hanno altro da dare se non il litigio.
Sono Giulia Andrian, Giacomo Possamai, Chiara Luisetto e Luca Cortese il nuovo volto del Pd dell’Alto Vicentino, candidati consiglieri alle regionali, scelti da un partito che in loro vede il suo futuro. Un futuro che oggi ruota intorno ad argomenti che hanno a che fare con la vita reale dei cittadini dell’Alto Vicentino e non con i soliti spot che rendono la politica poco credibile. “La politica non è slogan, ma contenuti”, è quanto sostengono all’unisono ed è per questo che si sono formati negli anni, che hanno una storia ed una cultura alle spalle e che, pur essendo scesi in campo tardi, ora si spendono per far capire al territorio che ci sono problemi veri, che devono essere risolti a breve giro, pena il crollo definitivo dell’economia e della tradizione veneta di essere il ‘motore del mondo’.
“La Sanità locale prima di tutto, con un ospedale nato per essere punto di riferimento regionale e che non è più un riferimento
C’è una consapevolezza nuova in questi giovani, che non urlano, non sparlano, non menzionano nemmeno l’avversario politico in quanto hanno talmente tanti argomenti (seri) a cui dedicarsi da non avere tempo da perdere per guardare cosa fa il ‘nemico’. Esponenti di partito di razza, che hanno studiato, che si sono informati, che ormai hanno anche accettato con ironia di essere additati come “professoroni”, perché sono consapevoli di essere ad un livello superiore rispetto alla politica a cui, malauguratamente, ci stiamo abituando, ma a cui molti si stanno silenziosamente ribellando. Giovani che sanno organizzare e gestire serate pubbliche senza il supporto della ‘vecchia guardia’, ormai fuori moda e fuori tempo, che non ha saputo sfruttare il suo tempo per fare politica ed emergere.
Il nuovo volto del Veneto, o dell’opposizione in Veneto, potrebbero essere loro. Se nei luoghi di comando per dettare regole, se in opposizione per fare da sentinelle e stimolo e ad informare il popolo in tempo, per trascinarlo in piazza a rivendicare i suoi diritti prima che sia troppo tardi.
C’è sempre il tempo per un dietro front infatti, per un “ferma e riparti”, soprattutto quando c’è una formazione culturale in grado di dare risposte e soluzioni vere, lontane dai privilegi e dai diktat servilisti tipici dei partiti in decadenza. Ed il momento buono per il Pd potrebbero essere proprio le regionali venete del 2020 dove, anche se Luca Zaia è dato vincente senza lotta e dove Salvini per avere spazio ha dovuto imporre di votare la sua lista, si stanno aprendo nuove prospettive.
Il ‘cambio di rotta’, accompagnato ad una presa di coscienza dei propri limiti, potrebbe iniziare anche da una strategia comunicativa ipotizzata da Giacomo Possamai, che ha rivendicato un clamoroso errore fatto dalla sinistra veneta: “La Lega si è’ impossessata della bandiera della Serenissima e ne ha fatto un suo simbolo e noi non ci siamo opposti – ha spiegato – Oggi, guardando la bandiera del Veneto molti la associano direttamente alla Lega ma è un errore clamoroso. E’ la nostra bandiera, la bandiera di tutti i veneti e mi piacerebbe che anche il Pd la affiancasse al suo simbolo, perché siamo veneti e anche noi ci candidiamo per il nostro popolo”.
I candidati
Giulia Andrian, scledense d’adozione e ‘figlioccia’ di partito di Piero Menegozzo e Luigi Dalla Via. Da loro ha ereditato i valori di una
Chiara Luisetto è senza dubbio la ‘guerriera’ della lista. Paladina dei più fragili, mette sempre al primo posto chi non ha voce.
Anna Bianchini