“Sono ore di bilanci, io voglio solo ricordare le persone che hanno perso la vita… Il Veneto e’ una Regione molto toccata, continua a essere l’ottava per mortalita’, abbiamo superato i 10.000 morti”. Cosi’ il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che oggi interviene in conferenza stampa per commemorare le vittime del coronavirus con un minuto di silenzio, prima di tornare in riunione sul Recovery fund. “Lo scorso 21 febbraio si lavorava a mani nude”, ricorda Zaia. “Il bilancio di questa tragedia e’ pauroso a livello internazionale e nazionale. L’eta’ media dei nostri deceduti e’ di 81 anni, se ne sono andati coloro che hanno fatto grande questo territorio, se n’e’ andata una parte di Veneto”, conclude Zaia evidenziando che la situazione “purtroppo ancora non ci permette di dire la parola fine. Un minuto di silenzio e’ doveroso in una giornata come questa che mai avrei pensato di dover vivere. Ringrazio perche’ si e’ fissata una data per questa commemorazione”.
“L’indagine conferma in pieno le nostre sensazioni. La pandemia ha fatto una vera e propria strage fra i nostri anziani, persone che qualcuno ha addirittura considerato sacrificabili e che invece, come sappiamo molto bene, sono in gran parte ancora attive e presenti nella nostra comunita’ e spesso rappresentano la stampella economica per figli e nipoti”, spiega la segreteria dello Spi-Cgil del Veneto. “Per questo abbiamo contestato l’iniziale piano della Regione che ritardava la vaccinazione per i grandi anziani. Fortunatamente, grazie alle nostre pressioni, la programmazione e’ stata cambiata. La nostra speranza e’ che adesso riprenda a pieno ritmo la vaccinazione, dopo il parziale stop di questi giorni, e che si proceda soprattutto con la rapida immunizzazione di tutti i soggetti piu’ fragili, come appunto i grandi anziani”. E per quanto riguarda gli interventi da mettere in campo nei prossimi mesi per superare la crisi pandemica, Spi Cgil punta sul potenziamento della sanita’ territoriale.
INFERMIERI ULSS IN RSA CON ASSEGNAZIONE TEMPORANEA
Le Ulss venete potranno continuare ad assegnare temporaneamente il proprio personale infermieristico a supporto dei centri di servizi per anziani non autosufficienti accreditati. Lo prevede un provvedimento della giunta regionale, che mira a fornire sostegno dell’assistenza nelle strutture extraospedaliere per anziani a fronte dell’aggravio delle attivita’ sanitarie dettato dall’emergenza pandemica. Con lo stesso scopo, la giunta ha approvato un percorso di Formazione complementare in assistenza sanitaria dell’operatore socio sanitario. “Questi provvedimenti sono in linea con gli altri gia’ varati nel corso dell’emergenza pandemica, tramite i quali il servizio sociosanitario regionale ha attivato una serie di politiche per sostenere i centri servizi per la non autosufficienza nel fronteggiare la carenza di personale infermieristico. La disponibilita’ in quest’ultimo, infatti, si e’ progressivamente ridotta negli ultimi tempi a causa del numero chiuso nei corsi di laurea”. In base a quanto previsto dalla Regione, il personale infermieristico inviato presso le case di riposo sara’ retribuito dalle aziende sanitarie sulla base del Contratto collettivo nazionale di lavoro della Sanita’. Gli istituti ristoreranno poi le aziende in ragione del loro contratto, che prevede retribuzioni piu’ basse. La differenza tra i due contratti resta a carico del Servizio sanitario nazionale. Per quanto riguarda la formazione, la durata complessiva dei corsi e’ di 400 ore compresi tirocini svolti nelle aziende sanitarie e ospedaliere.
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