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Vicenza. Approvato all’unanimità lo statuto della Provincia. Variati sfida Renzi: “Senza soldi si muore”

E’ stato approvato all’unanimità da settantanove sindaci lo statuto della provincia di Vicenza.

Un atto solenne, che ha visto un territorio unito e compatto sottoscrivere l’impegno del presidente Achille Variati a puntare i piedi contro il governo che, con tagli continui e una legge di stabilità che mette spalle al muro le province, minaccia di lasciare i comuni senza fondi per finanziare i servizi.

L’assemblea è stata aperta con un  minuto di silenzio per ricordare la recente scomparsa di Davide Casarotto, figlio del Sindaco di Thiene, alla cui funzione funebre celebrata giovedì scorso, Variati aveva preso parte con commozione. Un pensiero è stato rivolto anche a Remo Schiavo, uomo di cultura e d’arte mancato nei giorni scorsi.

La presenza di così tanti primi cittadini ad approvare lo statuto è stato già di per sé un segno positivo e il sì unanime ha dimostrato l’importanza dell’ente e la compattezza del territorio guidato da Variati.

“Significa che crediamo in questo ente – ha esordito il presidente della Provincia, ricordando che altrove non è stato raggiunto il numero legale – Siamo in tanti oggi, provenienti anche da lontano, spinti non di certo dalla politica dei partiti, ma dalla convinzione che la nuova Provincia debba diventare la nostra casa, la casa dei Comuni, dove ci confrontiamo e dove facciamo sentire la nostra voce. Siamo chiari: se ci tagliano le finanze siamo morti, ma se abbiamo i soldi, noi le nostre scuole e le nostre strade le sappiamo mettere a posto meglio di chiunque altro.”

A relazionare sullo Statuto è stato il consigliere provinciale Martino Gasparella.

Uno statuto snello, che richiama il valore costituzionale della Provincia, ma che disegna un nuovo ente, con una nuova struttura e nuovi organi a governarla. La parte tecnica illustra il funzionamento degli organi, ma è la parte più ‘politica’ che lo contraddistingue, richiamandosi alla vicentinità, definita dal sindaco Giacomin “la nostra identità”.

Non è mancato poi il richiamo alla collaborazione con comuni e enti territoriali.

Una collaborazione che si valuta sotto un duplice profilo: quella che la Provincia offre, per sgravare i Comuni da funzioni amministrative talvolta troppo pesanti per piccoli enti (ad es. la stazione unica appaltante), ma anche quella che favorisce, per la nascita di unioni di Comuni. E proprio sulle unioni dei Comuni si è dilungata la discussione, nella consapevolezza dei sindaci che sia necessario lavorare assieme per ottenere economie di scala e garantire servizi ai cittadini.

Lo statuto è stato approvato all’unanimità. Un atto di fiducia dei sindaci nei confronti della Provincia. Un atto che ora l’assemblea si attende dal Governo, perchè riveda una legge di stabilità che mette spalle al muro le Province. “Caro Matteo Renzi – ha concluso Variati rivolgendosi al presidente del Consiglio dei Ministri – Ci aspettiamo un atto di giustizia! Perchè a noi Sindaci può essere chiesto tutto, di essere disponibili, di governare i processi di riforma dei nostri territori. Ma mai di essere responsabili del taglio dei servizi.”

Anna Bianchini