Squadra vincente non si cambia. E’ il motto adottato dal sindaco di Velo d’astico Giordano Rossi, che ha appena ‘confezionato’ la lista civica Uniti per Velo. Volti noti con l’esperienza di un mandato di 5 anni, che ha consentito loro di conoscere la macchina amministrativa e nuove facce giovani, per portare freschezza a Velo d’Astico.
Sindaco Rossi, che sindaco è lei e perché ci riprova con un secondo mandato?
Sono un primo cittadino che dialoga molto con la sua gente. Mi piace parlare con i miei concittadini, stabilire un rapporto confidenziale e alla mano. Spesso mi fermo a parlare per strada con loro proprio per abbattere ogni barriera e farli sentire a loro agio. Un sindaco deve essere amico della sua popolazione. In lui, la gente deve trovare un punto di riferimento per qualsiasi problema o emergenza per trovare insieme una chiave per la soluzione. Mi ricandido perché c’è ancora tanto da fare per Velo d’Astico. Completare le opere pubbliche è la mia priorità assoluta. Marciapiedi, piste ciclabili e strade che vanno rifatte per il giusto decoro di un paese che conta 2450 residenti.
Cosa può dirci della sua squadra?
Sono uomini e donne che hanno dato un grande contributo e che ho voluto riconfermare al mio fianco per proseguire un cammino che ha dato i suoi frutti . Credo di essere un bravo sindaco anche se non sta a me giudicarmi. La gente avrà modo di dimostrarlo con la scelta davanti all’urna elettorale.
Altri punti importanti del suo programma?
C’è da proseguire nel percorso verso l’Unione dei Comuni per garantire servizi migliori a prezzi più bassi. Con i tempi di magra dei Comuni e con uno Stato che sgancia sempre meno, per poter garantire i servizi che danno qualità alla vita della popolazione, è la soluzione necessaria.
Negli ultimi 5 anni di mandato, cosa l’ha colpita e addolorato ?
Le storie di disoccupazione. Ci sono padri di famiglia tra i 40 ed i 50 anni, che a causa della crisi, sono rimasti senza lavoro. Spesso bussano alle porte degli uffici del comune per chiedere aiuto. Non ce la fanno a pagare le bollette d’affitto di casa o della corrente elettriche. Cerchiamo di aiutare il più possibile, ma un sindaco non ha così tanto potere ed il comune non è l’ufficio di collocamento, anche se abbiamo cercato di dare il nostro contributo in tal senso con diversi progetti sociali.
Cosa un sindaco può fare per arginare il dilagante fenomeno della disoccupazione, ‘piaga’ di un territorio che di posti di lavoro ne poteva dare pure agli stranieri?
Molto poco purtroppo, ma si può dialogare con il mondo dell’impresa per aiutare questo a poter assumere e fare presenti i casi più drammatici di cittadini che hanno bisogno di occupazione urgente per poter sbarcare il lunario.
di redazione Thiene on line
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