Hanno fatto le valige all’insaputa di tutti: sindaco, assessori, cittadini e perfino della loro insegnante di italiano, che si è vista recapitare mercoledì un semplice messaggio che suonava più o meno: ‘Siamo andati via, adesso ci hanno portati a Noventa’.

 

Finisce così l’avventura dei 7 profughi di Lago di Velo d’Astico, tutti giovani africani sotto i 30 anni, arrivati tra la generale preoccupazione quasi un anno fa, protagonisti di una breve avventura lavorativa a fianco degli operai del comune, e infine e costretti ad una altra ‘migrazione interna’, dopo quella fatta in precedenza da Valli alla piccola frazione di Velo.

antonella ceri assessore velo giugno 2015

 

‘Sono allibita – ha commentato l’assessore al sociale Antonella Ceri – da questa notizia che anche noi abbiamo saputo per vie traverse. Già siamo stati esclusi dal cerchio da molto tempo, e adesso questo episodio lo conferma definitivamente’. Per mesi Ceri aveva infatti lottato per aver voce in capitolo sulla gestione dei richiedenti asilo, ma più di una volta si era vista sbattere metaforicamente la porta in faccia dalla Csfo di Monselice, la cooperativa con la quale i rapporti si erano incrinati quasi subito.

 

Le voci più accreditate, le stesse che sono giunte alle orecchie del sindaco Giordano Rossi, parlano di ‘inadempienze’ relative alle utenze, di ‘mancati pagamenti’, e nonostante vari tentativi di contatto da parte degli amministratori di Velo, i responsabili della cooperativa non rispondono al telefono né, dopo l’episodio, si sono più fatti sentire per chiarimenti.

giordano rossi

 

 

Anche lo sconforto del primo cittadino è evidente. ‘E’ sconcertante che siano stati trasferiti senza nessun avviso – ha detto Rossi – e non so nemmeno se abbiano avvisato il Prefetto. I nostri comuni nella gestione dei profughi sono in balia delle cooperative. Sono loro gli attori principali, quando invece dovrebbero essere le istituzioni.’

 

 

Marta Boriero

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