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Valli. Cunegato sui profughi. ‘La protesta è un atto politico. Questi ragazzi vanno integrati’

‘Sarebbero dovuti andare a protestare a Schio perchè l’ex Colonia è di proprietà di quel Comune, la trovo queste manifestazioni degli atti politici e delle strumentalizzazioni che non fanno bene. A Valli del Pasubio non c’è stata alcuna lamentela per i profughi. Gli abitanti del mio paese sono persone accoglienti, qui nessuno è venuto in Comune a protestare’. A parlare è Armando Cunegato, sindaco di Valli del Pasubio, che in accordo con il collega Valter Orsi, sta facendo la propria parte, gestendo l’ondata migratoria che sta subendo l’Italia e che non ha risparmiato l’Alto Vicentino. Cunegato ha definito una strumentalizzazione la manifestazione capeggiata da Alex Cioni e che ha raccolto anche i ‘no profughi’ dei thienesi. Il lavoro che sta facendo lui in queste settimane va in tutt’altra direzione.

‘Questi ragazzi non sono delinquenti, sono profughi, anche noi siamo stati profughi – spiega il primo cittadino – stiamo lavorando per un lavoro d’integrazione costruttivo, che deve fare i conti con la non conoscenza della gente. Questi ragazzi hanno circa 18 anni e non stanno dando problemi. Tra qualche giorno, andranno spostati ed ho già messo a disposizione dei locali per accoglierne una decina in accordo con la parrocchia e la cooperativa. Nell’ex colonia c’è troppo freddo ed i locali avrebbero bisogno di manutenzione. Il Comune non vuole investire. Sto studiando anche un modo per impegnare questi ragazzi in dei lavori socialmente utili, piccole cose come la manutenzione delle aiuole o cose del genere. Non per sfruttare il loro lavoro, ma per dare loro un ruolo ed avere un impatto con il territorio e con la gente del posto’.
Cunegato si dice in linea con i sindaci dell’Alto Vicentino e sposa la linea dei suoi colleghi quando dichiara di volersi assumere le sue responsabilità perchè, conclude: ‘se ognuno fa la propria parte, non ci saranno carichi ingestibili di profughi. Un numero ragionevole di immigrati nei diversi comuni, significa poterli integrare meglio’.

N.B.