Luca Zaia è arrivato a Thiene per dire che il Governatore è lui e vuole esserlo ancora. C’è voluto Matteo Salvini da Milano per tirare fuori il Presidente del Veneto dal suo guscio di fatti e buone maniere, ma bisogna ammettere che la mossa è risultata vincente. Dopo una presentazione tutta cuore del leader supremo della Lega Nord, Luca Zaia, che si ricandida domenica alla poltrona della Regione, ha sfoderato una grinta contagiosa che ha travolto la grande folla di Piazza Chilesotti facendo capire che a Thiene, si voglia o no, il cuore del Carroccio batte sempre forte.
“Alla faccia di 4 parassiti che volevano rovinare la festa, siamo qui più forti che mai – ha esordito Salvini sorridendo alle minacce dei centri sociali – Domenica dovete votare per tenervi la Regione con Luca Zaia come Governatore e il passo successivo sarà aiutare me a sfidare Renzi e prenderci il paese. Governeremo l’Italia per portare buon senso. Vogliamo cancellare la Legge Fornero, eliminare l’Imu per gli agricoltori che si fanno ‘un mazzo così’, liberare l’economia e l’impresa, abolire gli studi di settore, togliere l’obbligo dei pagamenti elettronici e finirla con il limite dei mille euro in contanti. Non regaliamo 80 euro con la mano destra e poi ne chiediamo 150 con la sinistra come fa quel fenomeno che è al governo del paese – ha continuato il Matteo della Lega Nord – e dobbiamo aiutare prima la nostra gente. Anche i veneti sono stati un popolo di immigrati, ma nessuno pagava loro colazione, pranzo e cena. Chi scappa dalla guerra è il benvenuto, purchè rispetti le regole. Infine – ha sottolineato – dobbiamo commerciare con la Russia e capire che Putin non è il nemico”.
Ormai è noto che una delle parole più ricorrenti nei comizi di Salvini sia ‘ruspe’, riferito ai rom e ai campi nomadi che il leader leghista vorrebbe far radere al suolo. Un termine che oggi Thiene ha fatto suo, con la piazza che lo gridava a squarciagola al suo Matteo preferito.
“Oggi si vive nelle case, la legittima difesa contro certi crimini dovrebbe essere un diritto e le Forze dell’Ordine devono essere tutelate dallo stato. Per i miei gusti le scuole sono troppo a sinistra, vogliamo reintrodurre l’anno di servizio civile per insegnare l’educazione ai giovani, far pagare le tasse alla prostituzione e garantire asili nido gratis a tutti i bambini, in modo che le mamme possano lavorare. La Lega è il buon senso – ha concluso – Domenica è il vostro giorno del referendum”.
Salvini ha poi ricordato i soldati morti nella Prima Guerra Mondiale, quando, solcando il Piave cantavano ‘Non passa lo straniero’. E specificando di amare e invidiare la Bandiera di San Marco e di voler mandare a lavorare Matteo Renzi e “le sue sanguisughe”, ha passato la parola a un Luca Zaia che, finalmente, ha tirato fuori gli attributi.
“Dove passa un leghista non ci sono vetri rotti – ha esordito ricordando i fatti di Milano e le minacce di chi voleva ‘spaccare tutto’ – Riempiamo le piazze senza
Zaia ha fatto sue tutte le parole dette poco prima da Matteo Salvini, ha ripetuto i concetti e calcato la mano su ciò che riguarda direttamente la Regione, della quale lui vuole mantenere ben saldo il timone. “Ricordatevi che è fondamentale andare a votare, voglio grande affluenza della Lega alle urne – ha spiegato Zaia – e lo si può fare solo domenica 31 maggio. Non si può votare il lunedì e non c’è ballottaggio – ha detto poi sottolineando che secondo lui il suo unico nemico è l’astensionismo. E a chi ha messo in discussione quest’ultima frase, Luca Zaia ha risposto con lo sguardo glaciale e l’atteggiamento di chi sente di avere le armi giuste per combattere. “Io ho i nervi saldi – ha concluso – non voglio un esercito che trema”.
Anna Bianchini