Una scelta coraggiosa quella della famiglia Fanton, originaria di Thiene, che lascia tutto e parte per la missione di Saint Martin in Kenya, nella città di Nyahururu, portando con sé i 2 figli piccolissimi per prestare il proprio aiuto con la Diocesi di Padova. Ilaria, 30 anni, ha dovuto lasciare il lavoro come impiegata in un ufficio estero alla periferia di Padova, mentre Fabio, 32 anni, quello per la cooperativa sociale per cui lavorava da tempo.
I due bambini si sono a dir poco appena affacciati al mondo. Tommaso ha 3 anni ed Edoardo appena 7 mesi, ma i coniugi Fanton partono lo stesso sereni. Si sono preparati da anni a questo momento e la loro convinzione supera qualsiasi timore delle difficoltà che potrebbero trovare, mettendo in pratica, ne sono convinti, quell’opera di evangelizzazione e di vita donata gratuitamente che è dovere di ogni cattolico.
La signora Novella Sacchetto di Thiene, madre di Fabio e attiva nelle opere di volontariato (tra l’altro insegna italiano alle donne straniere), è felicissima della scelta del figlio e ci fa notare che sono davvero tanti i giovani che decidono di dedicare alcuni mesi o alcuni anni al volontariato internazionale. ‘Purtroppo non fanno cronaca – commenta un poco amareggiata – e così una volta ancora li scoraggiamo, anziché valorizzare il carico di ricchezze con cui rientrano. Il missionario fa esercizio di umiltà e solidarietà e alla fine si trova a ricevere molto più di quel che tenta di dare’.
Qualsiasi sia la convinzione religiosa di chi legge appare subito chiaro che la famiglia Fanton non parte sprovveduta. Fabio, dal 1993 al 1996, durante il periodo delle scuole medie, ha già fatto l’esperienza missionaria in l’Ecuador con madre, padre e i due fratelli. Il futuro che spetta loro e ai propri figli lo possono quindi immaginare per esperienza diretta già vissuta.
Fabio, Ilaria, cosa vi ha spinto a questa scelta così estrema?
‘È un sogno che avevamo nel cassetto da ben 6 anni, quindi ben prima della nascita dei bambini. Per noi si tratta di una vera e propria chiamata religiosa, non esiste altro modo per definire questa scelta di vita. Eravamo solo indecisi sulla preferenza da dare alla destinazione, pensavamo o Sud Africa o Sud America. Abbiamo fatto un viaggio per conoscere meglio i luoghi l’estate scorsa, ed è stato così che abbiamo scelto il Kenya’.
Che cosa lasciate in Italia?
‘Tutto. Amici, famigliari, lavoro, casa, lasciamo proprio tutto. Come accadrebbe a qualsiasi persona.’
Qualcuno può accusarvi di fuggire dal mondo…
‘Assolutamente no. È un’accusa che non ci tocca, perché si tratta proprio del contrario. Sono 2 anni che ci prepariamo per la partenza a livello spirituale soprattutto, ma anche a livello mentale con psicoterapeuti e psicologi. Questo per avere il giusto appoggio, per partire con la forza d’animo necessaria ad affrontare 3 anni di vita totalmente diversa da quella che stiamo vivendo oggi. La forza oltre a quella che ti dà la nostra convinzione religiosa, naturalmente. No, non stiamo fuggendo dalla realtà, andiamo ad incontrarla’.
Cosa farete la? Come occuperete il vostro tempo?
‘Ci tengo a sottolineare che noi non andiamo a ‘fare’, ma a stare con le persone. Vogliamo vivere la loro vita, stare con loro, capire le gioie e le sofferenze quotidiane di questa gente. Il nostro desiderio più grande è quello di arricchirci interiormente, e grazie a questa esperienza non potrà essere che così’.
E i vostri figli come vivono questo cambiamento totale? Sono spaventati?
‘I bimbi vivono la partenza in modo molto sereno. Addirittura il più grande di 3 anni e mezzo non vede l’ora di essere lì per vedere gli animali. Ogni sera ci domanda quando inizierà la scuola in Kenya. Il più piccolo invece non capisce ancora molto ma per fortuna sta con tutti. Sono convinto che non ci saranno problemi’.
Avete messo in cantiere la possibilità di rimanere in Kenya anche dopo che saranno passati i 3 anni?
‘No, questo lo escludiamo. Ci siamo già organizzati per il rientro. Con due bambini così piccoli abbiamo dovuto farlo, non possiamo permetterci improvvisazioni’.
Cosa ritroverete tra 3 anni? Ci pensate mai?
‘Onestamente? Non lo sappiamo. Già adesso la vita qui da noi è incerta e il lavoro precario. Ci sentiamo quasi di vivere in un limbo. Potremmo cambiare anche profondamente dal punto di vista interiore. Saremo banali ma ci sentiamo di dirle solo che le vie del Signore sono infinite’.
Marta Boriero
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