Thiene non procederà con la riscossione coattiva a conguaglio dell’aliquota minima del 5% per i pagamenti dei costi di costruzione già notificati finora agli interessati. Lo ha deciso la Giunta Comunale che ha ‘congelato’ i pagamenti già richiesti per adeguare le somme versate nell’anno 2004 al parametro minimo di legge.
“Nell’eventualità che il Consiglio di Stato si pronunciasse favorevolmente per i privati – ha dichiarato il Sindaco Giovanni Casarotto – si procederà con la restituzione delle somme già versate al Comune. L’attuale Amministrazione Comunale – ha ribadito – si è trovata a dover gestire una situazione pregressa e a prendere una decisione impopolare, che tra l’altro ha interessato e continua ad interessare un buon numero di altri Comuni del Veneto. Ci eravamo detti disponibili – ha concluso – a rivedere la posizione del Comune nel caso in cui la sentenza del Consiglio di Stato riformasse l’orientamento del TAR Veneto ed è quello che stiamo facendo”.
Ad aprire uno spiraglio nell’intricata questione è stata la recente impugnazione al Consiglio di Stato, della sentenza del TAR 1285/2014 da parte di un cittadino di uno dei Comuni Veneti che si trovano nella stessa situazione di Thiene. La sentenza, insieme ad altre, pone l’obbligo giuridico ai Comuni che avevano applicato percentuali inferiori al 5% di richiedere retroattivamente il versamento delle somme dovute a titolo di costo di costruzione, parametrate alla percentuale minima del 5%.
L’attività di recupero di tale somme è quindi dovuta per legge, sia in forza della citata interpretazione giurisprudenziale, sia per evitare danni erariali all’Ente causati dal mancato introito di somme dovute. In attesa della sentenza del Consiglio di Stato gli Uffici tuttavia continueranno, anche per il periodo successivo al 1° luglio 2005, alla verifica del conguaglio del costo di costruzione dovuto, con il conseguente invio delle richieste ai privati. La procedura è necessaria per interrompere il termine di prescrizione decennale, che porrebbe altrimenti il Comune nell’impossibilità di chiedere il conguaglio nel caso il Consiglio di Stato rigettasse il ricorso presentato e confermando la sentenza di primo grado e di conseguenza la legittimità dei Comuni a richiedere somme a conguaglio.
In ogni caso, la percentuale minima del costo di costruzione, ora anche a Thiene è al 5% e rimane confermata per tutte le pratiche in corso e per le nuove istanze e/o denunce di inizio attività o SCIA.
L’adeguamento, si ricorda, riguarda solo il residenziale e non gli immobili produttivi per i quali l’aliquota era già previsto al 5%.
Una vicenda ingarbugliata, insomma, questa dei costi di costruzione nel Veneto, che prende il via nel giugno 2003, quando lo Stato ha ritoccato i costi di costruzione, dando incarico alle Regioni di decidere se fissare la quota del costo di costruzione da un minimo del 5 per cento ad un massimo del 20 per cento. La Regione Veneto non ha mai provveduto in merito e, nell’inerzia regionale, mentre alcuni Comuni hanno adeguato da subito il costo all’aliquota minima del 5 per cento, così come la legge nazionale imponeva, tanti altri invece non l’hanno mai fatto continuando ad applicare la Legge Regionale e Thiene è tra questi.
Il Tar, nel 2011, con due importanti sentenze, ha fatto luce sulla questione, confermando l’obbligo in capo ai Comuni di adeguare il costo di costruzione, come previsto dalla legge statale, sin dal 2003, portandolo alla soglia minima del 5 per cento, riconoscendo alla Regione la discrezionalità di normare in misura superiore a detta percentuale.
La nuova Amministrazione Comunale, già pochi mesi dopo il suo insediamento, aveva dovuto confrontarsi con questa situazione di illegittimità thienese, decidendo nel 2013 di sanarla innalzando l’aliquota preesistente del 3 per cento a quella minima del 5 per cento.
La legge statale, però, decorreva dal 2003 e, come è stato sentenziato dal TAR Veneto, doveva essere sin da subito applicata dai Comuni almeno con l’aliquota minima.
La riscossione dei conguagli ha aperto quindi un campo di battaglia fatto di sentenze del TAR e, ora, anche di ricorsi al Consiglio di Stato, nonché di confronti, come quello avviato dal Comune di Thiene e da Confindustria di Vicenza per risolvere la vicenda nel rispetto della legge e dei cittadini.