Il tempo dei grillini tutti biciclette e girasoli è finito. I ‘figli dei fiori’ della politica sono cresciuti e, oltre al look che si è evoluto, sono maturate anche nuove strategie. Rino Verardo, 43 anni di Venezia e residente a Thiene, candidato alle prossime elezioni regionali, è un esperto di economia e il suo ‘piano di lavoro per la Regione’ si sviluppa su calcoli e numeri, tagli e investimenti di grosse cifre. “La politica mi fa sempre paura – ha ammesso Verardo – ma ho capito che per fare qualcosa non posso essere solo un bravo cittadino”. Per questo, con la sua candidatura, ha deciso di entrare nelle istituzioni e metterci la sua professionalità.

Verardo, com’è nata la sua storia nel Movimento 5 Stelle?

E’ stato un percorso graduale. Nel 2004 il Comune di Venezia ha indetto il bando ‘Cambieresti?’ (unisce i concetti consumi, ambiente, energia e stile di vita). Per seguirlo sono nati tanti piccoli gruppi che condividevano i valori e da lì, il passaggio di questi piccoli ‘satelliti’ nel Movimento 5 Stelle è stato naturale.

I 5 Stelle oggi sono diversi rispetto a qualche anno fa. Si vestono in modo elegante e hanno accettato tv e stampa. Sono cambiati anche ‘nel cuore’?

Siamo gli stessi ma siamo cresciuti. Quando hai un ruolo attivo conosci le cose dall’interno e ne comprendi i meccanismi. Ma nel cuore siamo sempre i portavoce della gente. Noi diamo la voce alle istanze delle persone vere, non siamo ideologia politica, siamo la realtà del nostro paese, la concretezza delle cose che si possono e si dovrebbero fare.

Perché si è candidato?

Ho visto il mio paese allo sfascio. Ho visto aziende chiudere, interi settori morire, persone disperate. Due persone che conoscevo bene si sono tolte la vita e lì per me è stata la chiave di volta. Non potevo guardarmi allo specchio e ho deciso di mettermi in gioco. Ma non basta farlo a parole, per cambiare davvero le cose bisogna entrare nelle istituzioni. Le buone pratiche di vita sono un ottimo esempio, ma da sole non bastano. Non serve nemmeno arrabbiarsi, bisogna agire.

Lei crede ancora nei 5 Stelle. Perché dovrebbero crederci anche gli elettori?

Abbiamo principi ispiratori che sono le basi della buona politica. E sono sempre gli stessi. Il cambiamento vero lo possono portare solo i grillini e questo è testimoniato dalla rivoluzione che abbiamo messo in atto e che ha cambiato la politica. C’è ancora molta strada da fare, ma finora abbiamo dimostrato di saper stravolgere il sistema.

Si spieghi meglio.

Oggi, se ascoltiamo gli esponenti dei partiti nazionali, ci rendiamo conto che i loro ideali cambiano nelle piccole cose, ma nell’essenza sono tutti 5 Stelle. Tutti vogliono tagliare le spese, abolire vitalizi, dare giri di vite alle ‘spese folli’ della politica. Sono tutti ecologisti, dicono ‘stop’ al cemento, girano in bicicletta, vogliono la pace nel mondo. Abbiamo unificato la politica, ora sono tutti uguali.

Ci sarà qualcosa in cui sono diversi…

Purtroppo sì. Nessuno di loro si è abbassato lo stipendio. Noi l’abbiamo fatto e a qualsiasi livello un 5 Stelle percepisce uno stipendio netto di circa 2.500 euro. Abbiamo risparmiato un sacco di soldi. Undici milioni di euro che costituiscono un fondo per il microcredito. A breve ci sarà il ‘click day’ per chi vuole accedere al fondo. Sono soldi dei cittadini che tornano ai cittadini. Questi sono fatti, non parole. Sono soldi veri che arrivano da tagli veri.

Lei ha una laurea ed è un esperto in economia e si occupa di strategie per equilibrare i costi dell’azienda. Sembra l’uomo ideale in questo momento di crisi…

Lo sono. So riconoscere dove si deve spendere e dove si deve tagliare. E’ fondamentale per tenere in piedi una macchina economica tanto quanto una amministrativa, che si regge sull’economia. Stranamente quando si parla di 5 Stelle si pensa a ‘figli dei fiori’ che non fanno altro che andare in bicicletta. Ma non siamo mica così. Siamo preparati, determinati, studiamo, lavoriamo sodo, abbiamo principi saldi e cerchiamo di usare le buone pratiche per dare l’esempio. Io sono l’uomo ideale da votare per la Provincia, così come lo è il Movimento.

Le piace la politica?

Mi ha sempre fatto paura e me ne fa ancora. Ma non c’è scampo. Per cambiare il sistema serve entrare in politica. Ogni volta che sento parlare di chiusura di stabilimenti, di suicidi, di tasse da paura mi chiedo ‘perché i politici non cominciano riducendosi lo stipendio?’

C’è troppo conflitto di interessi nel sistema. Chi sta ai vertici è controllore di sé stesso per cui sembra sempre che tutto vada bene. C’è un sistema malsano di gestire la burocrazia e i costi dello stato.

Secondo lei ci sarà tanto astensionismo?

Il 31 maggio è stato scelto apposta per favorire l’astensionismo. Significa far votare solo chi è legato e ha privilegi dalla politica, chi ha interessi personali e andrà a votare a qualsiasi costo. Serve a favorire chi è già intoccabile, quelle persone con le quali non si può parlare. Per questo invito tutti ad andare a votare. Non fate il loro gioco, andate a votare. E votate con la testa.

Come hanno scelto lei a rappresentare il Movimento?

C’è una trafila fatta di scelte online e non e di confronti chiamati ‘graticole’ nelle quali i candidati sono scelti dalla gente. Ho partecipato alle selezioni per la carica di consigliere e poi per la carica a governatore. Per quest’ultima sono arrivato terzo in tutta la Regione e se consideriamo che sono rappresentante di un gruppo poco numeroso, significa che ho preso moltissimi voti fuori dalla mia area di residenza. Sono davvero contento. Ci ho messo l’anima da quando sono sceso in politica anni fa e non mi sono mai fermato. Evidentemente questa passione riesco a trasmetterla.

Quali sono i punti chiave del suo programma?

Riduzione dei costi della politica, abolizione dei vitalizi con retroattività, abolizione reversibilità dei vitalizi, abolizione dei privilegi ai Cda (Consigli di Amministrazione) delle partecipate, taglio della spesa regionale inutile, analisi delle partecipate, supporto all’economia sostenibile e alla filiera corta in agricoltura, tutela del ‘Made in Veneto’ con inserimento di microchip nei prodotti, anche alimentari.

Microchip negli alimenti? E uno poi se li mangia?

Sì, mi sono informato bene e si può. Il microchip viene inserito nei contenitori, non negli alimenti. E’ tutela ottimale della produzione locale.

Perché un elettore dovrebbe votare Rino Verardo?

Perché ho dei principi saldi e le ideologie dei 5 Stelle, che sono le istanze concrete dei cittadini, sono anche le mie. E perché sono preparato. Non bastano le buone idee e le buone pratiche. Bisogna conoscere le leggi e i numeri per attuare cambiamenti veri.

Anna Bianchini

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