Erano circa 200 i leghisti dell’Alto Vicentino che hanno sfilato in corteo a Roma contro il premier Matteo Renzi e il suo governo. Sono partiti compatti, con 2 pullman da Thiene e da Schio e altri se ne sono andati in treno. Il loro scopo era dire ‘basta’ ad un leader e alla sua squadra che a loro dire, “manipola le informazioni con parole ridondanti e dati insignificanti”.
I leghisti del territorio hanno indossato magliette con scritte eloquenti, dal ‘messaggio contro la mancanza di sicurezza ‘Io sono Stacchio’, al classico slogan ‘Padania’, al diretto ‘Renzi a casa’.
Tutti per uno e uno per tutti, come i vecchi moschettieri. Con i loro leder in testa e i fervidi seguaci composti in corteo.
C’era anche Filippo Busin, thienese ormai di casa a Roma, che dalla sua postazione in Senato non risparmia critiche al Presidente del Consiglio e ad un governo che “Sposta l’attenzione sulle sciocchezze nascondendo i problemi reali”.
Secondo Busin la manifestazione è servita a dare voce al malessere di tutti i cittadini. Imprenditori, operai, commercianti, artigiani, professionisti e disoccupati, che ogni giorno devono lottare per portare a casa il pane o per tenere aperta la loro attività, hanno potuto esprimere il loro dissenso al governo e al suo modus operandi. “Ci vogliono far credere che l’aumento del Pil del 0,1% sia un dato significativo – ha sottolineato Busin – Ma con una disoccupazione stabile al 14% e aziende e attività che chiudono quotidianamente, che cos’è un misero 0,1%? Condiscono le informazioni con parole ridondanti, dando per scontato che la gente non si informi e non vada a fondo dei problemi. I notiziari esprimono il pensiero unico ‘renziano’ e ci dicono che siamo arrivati alla svolta. Ma – ha continuato – se questa è la svolta quasi preferisco la crisi”. Busin sostiene inoltre, che il corteo guidato dal Carroccio non ha avuto la risonanza mediatica che meritava. “Hanno dato le informazioni che interessavano a chi comanda – ha spiegato – Hanno concentrato l’attenzione sui neo-fascisti di casa Pound, facendo passare la Lega per un partito fascista. Questo era il loro scopo primario, per allontanare di pubblico dal nostro partito in virtù di vecchie ideologie. I leghisti erano migliaia ed erano loro che meritavano maggiore attenzione. Le persone e soprattutto i problemi che volevamo evidenziare con la nostra presenza: tasse troppo alte, disoccupazione, mancanza di sicurezza, immigrazione incontrollata, euro che annienta le aziende. Ora puntiamo alle elezioni regionali – ha concluso – e spero che la Lega smetta di litigare e ritrovi la sua compattezza. Altrimenti la gente si stanca e spianiamo la strada agli avversari”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giovanni Signorini, segretario della sede leghista di Thiene. “La manifestazione è stata organizzata per far capire che l’economia dell’Italia deve ricominciare a volare – ha detto – Con gli indicatori economici pessimi che abbiamo ora, è assurdo che ci vogliano convincere di essere in ripresa. La politica di Matteo Renzi sta svendendo l’Italia all’Europa, le aziende scappano all’estero e l’economia crolla. A Roma – ha continuato – non ho visto solo simpatizzanti del partito, ho visto tutti i cittadini. Persone stanche di un’economia che sta morendo, stanche di violenza, di immigrazione clandestina, di tasse altissime, di violenza. ‘intera società civile era in corteo con noi. Ora – ha concluso – non possiamo più parlare di destra o di sinistra, ma di un novo modo di concepire la politica e il modo di governare”.
Anna Bianchini