Non molla Alessia Gamba sul regolamento che prevede massima trasparenza da parte di assessori e consiglieri comunali, che dovrebbero pubblicare redditi e non solo sul sito internet del comune d’appartenenza. La bufera, in sede di commissione Bilancio, dove qualcuno ha alzato la voce, ribellandosi all’idea di far finire ‘le proprie cose’ alla portata di tutti.. L’accesa querelle tra i grillini che vogliono l’approvazione in toto del regolamento e molti consiglieri comunali che invece, chiedono cautela alla possibilità di finire sulle pagine web del sito del Comune con tutti i loro averi.
‘Questa non è la trasparenza con cui si rimpiono la bocca – ha detto Gamba, decisa a portare in fondo la vicenda e tirando in ballo il verbale della seduta di commissione, dove, con una paginetta scritta a mano, viene omesso ‘il cuore’ della conversazione di giovedì scorso – Sono stata accusata dal presidente Simonato di non essere stata attenta. Respingo le accuse e assicuro che sono stata molto attenta perchè la discussione mi sta a cuore. Chi non è stato attento alla discussione è stato il verbalizzante, considerato il fatto che in una paginetta scarna abbia trovato posto l’appello delle presenze e il verbale di una discussione di ben due ore. E’ chiaro che mi rifiuterò di approvarlo. Nel verbale, infatti, non hanno , fatalità, trovato spazio le mie affermazioni, le mie domande, l’andamento piuttosto tumultuoso della serata. Addirittura non sono stata nominata tra i partecipanti alla discussione – continua la ‘grillina’, esibendo la prova di ciò che dice – Anche questa non è trasparenza. Quella di giovedì era la seconda volta in cui ci trovavamo per discutere dello stesso argomento, e anche io durante la prima seduta avevo inteso che non ci fossero problemi con la parte di regolamento sulla pubblicazione dei patrimoni, ma evidentemente a distanza di pochi giorni, le cose sono cambiate, se la decisione finale è stata quella di scorporare la norma dal Regolamento che verrà presentato giovedì al Consiglio. Ricordo al collega Simonato che a 35 anni, la memoria e l’attenzione mi funzionano ancora molto bene, e le parole “Ne riparliamo in consiglio a giugno, sperando che il nuovo governo abroghi la norma o per lo meno la modifichi”, sono state pronunciate alla fine della commissione e non da me. Puntualizzo anche che durante la Commissione non mi sono sentita tutelata dalla sua Presidenza nella possibilità di esprimere le mie opinioni liberamente, visto che venivo costantemente e piuttosto malamente interrotta da un altro consigliere, tanto da dover arrivare ad alzare la voce per difendere il mio diritto di replica. Devo ricordare poi come lo spettacolo indecoroso di chi si è stracciato le vesti “Mi no che no publico el me conto corente!” – rincara la dose Alessia Gamba – abbia trovato risposta solo nel Movimento 5 Stelle, quando ho fatto presente che la finalità della norma non sia quella di mettere alla berlina i dati patrimoniali e di far sentire in colpa qualcuno per quanto guadagna, ma che invece l’intento sia quello di tenere sotto controllo la differenza tra i redditi e patrimoni all’inizio del mandato politico e la fine di questo, per garantire all’elettore che tale differenza risulti”congrua”, per usare un termine divenuto famoso col redditometro’.
Gamba quindi conclude: ‘Nessuno si deve vergognare dei propri averi, pochi o tanti che siano, se sa di averli guadagnati onestamente’.
di Redazione Thiene on line