Alla fine, la mozione della maggioranza con la quale il Comune di Thiene si è dichiarato ufficialmente ‘accogliente’ e volenteroso nel voler fare la propria parte nell’emergenza profughi ha convinto ed è stata votata persino dalla minoranza dei consiglieri del M5Stelle Alessia Gamba e Orazio Comberlato, assieme a Roberto Frau. Non hanno appoggiato la Lega i colleghi di minoranza e hanno motivato ampiamente il loro appoggio all’amministrazione comunale, che ha firmato la convenzione con il Prefetto. Accordo che ha stabilito che Thiene darà sistemazione ad 1-2 profughi ogni mille abitanti, quindi circa 40. La Lega Nord è rimasta, in sostanza isolata, con Maria Rita Busetti sotto attacco per una frase forse non capita, ma che è risultata forte. Quando l’ex sindaco ha replicato all’attuale primo cittadino definendolo un ‘burocrate’ perchè ha firmato la convenzione con il Prefetto, Casarotto le ha domandato: ‘Ma cosa dovremmo fare? Sparare ai barconi?’, lei ha risposto: ‘Si, dovremmo sparare ai barconi’. Naturalmente, diamo per scontato che Maria Rita Busetti si riferisse alle imbarcazioni e non alle persone all’interno perchè per quanto le ideologie politiche possano animare gli animi e renderli incandescenti, ci rifiutiamo di pensare che una madre, una donna, un’insegnante possa desiderare la morte di esseri umani.
‘Mi sono vergognata di essere seduta sul suo stesso lato – si è dissociata Alessia Gamba – a chi mostra così tanta insensibilità per quanto sta accadendo nel mondo, chiedo di riflettere a lungo e pensare che forse è stato fortunato a nascere in Italia e non in quei luoghi di massacro’.
‘Credo che l’impegno del Comune di Thiene, racchiuso nella mozione letta ieri in aula, potesse andare ben oltre. Sono in linea con il sindaco che ha accettato di collaborare con il Prefetto. E’ una questione di buonsenso. Un sindaco deve rispettare le leggi e se queste ci dicono che dobbiamo accogliere, un primo cittadino deve pensare a quello innanzitutto. Non avrei mai potuto votare contro quella mozione e se avessi potuto, avrei preso un impegno ben più importante, ben oltre l’accoglienza di qualche profugo. Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza che sta squotendo il mondo – ha continuato Alessia Gamba – Ci sono le mafie che stanno speculando e si stanno arricchendo sulla pelle di gente che soffre e rischia la vita ogni giorno. Ripeto, in questo momento si può fare di più’.
A dissociarsi dalla ‘collega’ Busetti anche il consigliere di minoranza Roberto Frau che oltre a votare la mozione della maggioranza, ha parlato di senso civico e umanità, valori che la politica non può far perdere di vista.
C’è andato giù pesante anche il consigliere di minoranza Giampietro Marsetti che ha fatto notare alla consigliera leghista la sua latitanza dal municipio di Thiene dove ‘è sempre assente quando c’è da prendere decisioni importanti per i cittadini, ma risulta presente per fare propaganda elettorale’

pubblichiamo integralmente il testo della mozione presentata dalla maggioranza ieri in consiglio:

OGGETTO: mozione su gestione profughi e rifugiati.

PREMESSO che in questi mesi, a fronte dell’arrivo di profughi-e inviati dalle Prefetture, le Amministrazioni locali sono preoccupate di subire solo una gestione emergenziale che imponga loro presenze numeriche eccessive se raffrontate ai residenti, nel contempo preoccupate nel garantire idonee condizioni igienico sanitarie e rispetto della legalità:

CONSTATATO che ci troviamo di fronte ad un fenomeno di dimensioni immani, che parte da lontano e che non si esaurirà nel breve periodo, caratterizzando sicuramente anche gli anni futuri e che, proprio per questo, chiede un approccio responsabile a vari livelli — europeo, nazionale,

regionale e locale — nel quale ciascuno è chiamato a fare la sua parte;

CONSIDERATO che tale esodo è determinato da fattori contingenti come guerre locali, purtroppo sempre più diffuse, da scelte di politica internazionale inadeguate, ma anche da fenomeni più

profondi e consolidati, come quelli determinati dalle disuguaglianze economiche;

RITENUTO che vada realizzata un’azione articolata, a vari livelli, a partire da un’azione di sostegno e di sviluppo economico rispettoso, che elimini alla fonte le cause di povertà che spingono

milioni di persone a fuggire da situazioni precarie per trovare una qualche forma di sopravvivenza;

PRESO ATTO che il fenomeno è divenuto altresì oggetto anche di gestioni criminali, con significative derive speculative e di veri e propri “mercati” di esseri umani, sia nei territori di

provenienza che nei territori di sbarco;

DATO ATTO che non sono trascurabili i problemi correlati all’ordine e alla sicurezza pubblica, in quanto molti profughi si sottraggono all’identificazione, impedendo così il successivo controllo degli spostamenti sul territorio italiano ed europeo e non chiedono in seguito asilo politico;

RITENUTO che questi flussi migratori avvengono in un contesto storico-sociale delicato caratterizzato dalla crisi economica, con il conseguente rischio di accentuare contrapposizioni che nelle ultime settimane hanno assunto forme pericolose — anche violente — strumentalizzate politicamente;

CONSIDERATO che i Comuni non possono essere lasciati soli nell’affrontare questa situazione e che, per il bene delle nostre comunità, è importante far fronte comune tra Amministrazioni, per ricercare le soluzioni più decorose e meno impattanti per il territorio, contemperando il principio di accoglienza con le esigenze di sicurezza;

CONSIDERATO che si è appreso, anche a mezzo Stampa, che a causa del mancato dialogo tra Istituzioni seguito da scelte non concordate con gli Enti Comunali, alcuni cittadini hanno reagito con azioni contro le Forze Pubbliche aggravando la percezione di allarme sociale già esistente;

CONSIDERATO, pertanto, necessario coinvolgere ed informare in modo trasparente ed esauriente i cittadini residenti, così da evitare l’insorgere di situazioni suscettibili di creare forme di allarme sociale presso la popolazione;

PRESO ATTO, inoltre, che le Amministrazioni Comunali sono gravate da una serie di criticità, che spaziano dalle lacerazioni del tessuto sociale per la disoccupazione e l’assenza di reddito minimo per le famiglie alla recessione economica e alla paralisi di politiche per Io sviluppo dei territori, alle quali è impossibile far fronte in un contesto di totale incertezza di risorse disponibili per i bilanci

comunali, di vincoli del patto di Stabilità ed il conseguente impedimento all’effettivo esercizio dei

poteri di indirizzo e programmazione economica-finanziaria;

RITENUTO che sia necessaria una lettura attenta del problema, capace di distinguere aspetti tra loro diversi, quali il fenomeno per motivi economici dell’immigrazione da quello dell’arrivo dei profughi, evitando approcci riduttivi che si illudono di rimuovere la questione con soluzioni improvvisate;

APPRESO che la presenza di immigrati stranieri in Veneto è segnata, come tratti salienti, da una presenza maggioritaria di donne (il 52% del totale, occupato soprattutto nel settore dell’assistenza), e da una presenza di cittadini stranieri provenienti in particolare dai paesi dell’Est Europa, quindi con una progressiva “europeizzazione” delle provenienze (RAPPORTO 2014-0sservatorio Regionale Immigrazione, pag. 22);

CONSIDERATO altresì che, rispetto al 2013, nel corso del 2014 il fenomeno degli sbarchi si è significativamente intensificato, con punte di 10.000 profughi sbarcati in 10 giorni e che nel 2015

tale fenomeno si è ulteriormente e pesantemente aggravato, tant’è che i dati relativi alla distribuzione generale dei migranti nelle strutture temporanee negli anni 2013, 2014 e 2015 sono i

seguenti:

22.118 anno 2013;

66.066 anno 2014; più di 100.00 nei primi 8 mesi del 2015;

APPRESO che, dei dati forniti dal Viminale il 6 maggio 2015, nella Regione Veneto erano presenti 5.184 profughi, pari al 4% del totale Italiano, collocandosi al 70 posto per numero di ospitati nella classifica Italiana dopo Sicilia, Lombardia, Lazio, Campania, Puglia e Piemonte e al 190 rispetto al numero di migranti ogni 100.000 abitanti;

APPRESO che la normativa Europea di riferimento attualmente in essere è stata sottoscritta nel

2003 (regolamento Dublino II) e produce tra i suoi effetti una distribuzione ineguale delle richieste d’asilo tra gli Stati membri della Comunità Europea;

CONSIDERATO che recentemente le istituzioni europee stanno cercando, seppur con risultati ancora limitati, di superare e integrare quanto stabilito dal trattato di Dublino, stabilendo che un certo numero di profughi (circa 20.000 di quelli giunti in Italia) debbano trovare collocazione in altri paesi Europei;

CONSIDERATI gli interventi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, attraverso i quali ha più volte sollecitato l’Europa a fare la sua parte;

CONSIDERATI l’appello e la testimonianza di Papa Francesco, che ha scelto significativamente di effettuare il suo primo viaggio apostolico a Lampedusa, nel luglio del 2013 a poche settimane dalla sua elezione e che ha invitato più volte — anche recentemente — a dare risposte umanitarie adeguate, incoraggiando “l’opera di quanti portano loro un aiuto” e auspicando che “la comunità internazionale agisca in maniera concorde e efficace per prevenire le cause delle migrazioni forzate”;

RITENUTO, a fronte di quanto fin qui evidenziato, che questa problematica vada affrontata a vari livelli, a partire dall’assunzione di responsabilità politica di tutti i paesi Europei, del Governo centrale, delle stesse Regioni, ma che non ci sottrae ad un ruolo e ad una responsabilità diretta a

livello locale, in un’ottica dove è senz’altro preferibile per le Amministrazioni Comunali governare il problema sedendo al tavolo di concertazione piuttosto che subire scelte calate dall’alto;

ATTESO che è necessario modificare gli accordi tra Ministero dell’Interno ed Enti gestori che garantiscono l’accoglienza dei profughi, prevedendo che la gestione dei contributi pubblici sia assolutamente trasparente, per evitare rischi di gestioni poche chiare, mirate a forme speculative più che a logiche di integrazione;

RITENUTO che la rete SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo Rifugiati) costituisca un approccio fondato sulla programmazione pubblica territoriale che da almeno un decennio evidenzia la propria efficacia e la dimostrazione di un “modello sostenibile” in grado di affrontare la situazione;

RITENUTO che la suddetta rete restituisca all’Ente locale la possibilità di governare ciò che succede nel proprio territorio e attraverso il principio dell’AccogIienza diffusa, cerchi il coinvolgimento di tutti i Comuni che, mettendo a disposizione risorse umane e spazi adeguati, in

modo proporzionato al numero degli abitanti, possano gestire flussi limitati e controllabili, evitando

fenomeni impropri, con la conseguente possibilità di individuare interlocutori validi del privato e

del privato sociale che andranno a ricoprire il ruolo gestionale;

RITENUTO sia necessario favorire il dialogo e il confronto tra Prefettura e Conferenze dei Sindaci, in rappresentanza di tutte le Amministrazioni locali, con la possibilità di andare a condividere le scelte operative;

RITENUTO, pertanto, per quanto fin qui esposto e considerato, di approvare la presente mozione conferendo mandato al Sindaco affinchè svolga, nelle sedi opportune, tutte le iniziative necessarie a garantire una corretta gestione dei flussi dei profughi sul nostro territorio;

CONSIDERATA la competenza del Consiglio Comunale nell’approvazione di mozioni e ad esprimere indirizzi, ai sensi dell’art. 42 del D.Lgs. 18.08.2000 n. 267;

SI CHIEDE

DI APPROVARE la suesposta mozione e conferire mandato al Sindaco afflnchè svolga, nelle sedi opportune, tutte le iniziative necessarie al fine di garantire una corretta gestione dei flussi dei profughi sul territorio di Thiene;

DI GARANTIRE continuità di lavoro al tavolo di concertazione tra Prefettura e Conferenze dei Sindaci, con il coinvolgimento attivo del Sindaco in tutte le fasi dell’eventuale gestione dei profughi;

DI GARANTIRE da parte delle Istituzioni preposte la massima trasparenza nell’utilizzo dei fondi per i profughi;

DI GARANTIRE un intervento incisivo da parte delle autorità competenti, legato al rispetto della legalità;

DI GARANTIRE un serio e rigoroso impegno al rispetto delle nostre regole di convivenza da parte dei profughi, che deve essere accompagnato dalla perentoria condanna di tutte le forme di aggressione di chi viene accolto nei nostri territori;

DI VERIFICARE, con il supporto degli organi di Polizia Locale e dell’Ufficio Tecnico, le condizioni di agibilità e igenico-sanitarie degli immobili in cui i profughi sono alloggiati;

DI SOLLECITARE il coinvolgimento di tutti i Comuni che, in modo proporzionato al

numero degli abitanti, possa gestire flussi limitati e controllabili di profughi;

DI SOLLECITARE ad una maggiore assunzione di responsabilità da parte dell’Europa, del Governo centrale e della Regione Veneto, esprimendo al tempo stesso un giudizio estremamente negativo sull’atteggiamento assunto dall’Unione Europea ed in particolare da alcune Nazioni facenti parte, atteggiamento dettato da egoismi nazionalisti e di assoluta assenza di solidarietà internazionale;

DI TRASMETTERE la presente mozione al Presidente della Repubblica, al Presidente del

Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Interno, al Ministro degli Esteri, alla Prefettura di

Vicenza, alla Provincia di Vicenza, al Presidente della Regione Veneto ed ai Sindaci dei Comuni della Provincia di Vicenza.

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