Non si placano le polemiche sull’ampliamento concesso all’associazione ‘Il Futuro’, che in via del Rosario sta realizzando una moschea tra le più imponenti d’Italia. Tra le accuse di Schneck e Casarotto, che si fanno rimbalzare la colpa, ieri sono scesi in campo Massimo Zerbo della lista Schneck Sindaco e Jimmy Greselin, coordinatore di Forza Italia.
‘E’ pazzesco che la giunta Casarotto, una volta scoperta la moschea reagisca scaricando la colpa a Schneck. Nel 2005, l’associazione culturale sportiva ‘Il Futuro’ si trasferisce da via Colleoni, dove non c’era bisogno di alcuna autorizzazione per svolgere la propria attività, a via del Rosario, dove acquista uno stabile residenziale – spiegano i due esponenti del centro destra, che ieri hanno distribuito un volantino per spiegare ai thienesi i passaggi burocratici della vicenda-Moschea – Nello stesso periodo, viene concesso un cambio di destinazione d’uso da residenziale direzionale a direzionale, dato che per l’attività svolta, la variante non avrebbe creato particolari problemi, consentendo di continuare il proprio esercizio nel rispetto delle regole. Questo è confermato dal fatto che per ben 12 anni quella decisione non ha creato problemi, disagi o proteste. Tant’è che quando nel 2009, la stessa associazione chiede una variante urbanistica trasformando l’area da zona D a zona F, l’unico modo per tramutarla in area di culto, l’amministrazione Busetti, in accordo con buona parte della minoranza, compreso l’attuale vicesindaco Alberto Samperi, rigetta in toto la domanda perchè era chiaro che l’intento dell’associazione Il Futuro era quello di trasformare il centro culturale sportivo in moschea.
Appare evidente – incalzano Greselin e Zerbo – che dato il diniego del Comune nel 2009, l’unico escamotage era quello di abbandonare l’idea di ufficializzare la moschea, confidare nella benevolenza politica di un’amministrazione di sinistra e nella sicura poca attenzione ad un progetto lasciato passare nella sua maestosità da amministratori occupati con i cani che fanno la pipì dietro la siepe. Ecco che in via del Rosario spunta una moschea di vaste dimensioni. Anzichè dare la colpa agli altri, perchè una volta per tutte la giunta Casarotto non spiega ai thienesi come sia stato possibile che ciò che non è passato nel 2009 è stato concesso nel 2014, con quella richiesta di ampliamento che avrebbe dovuto fare pensare. Sulla quale, alla luce del momento storico che stiamo vivendo, si sarebbe dovuto vigilare in maniera attenta, quasi morbosa, per evitare quello che è poi accaduto. Due sono le cose – concludono Greselin e Zerbo – o l’Amministrazione Casarotto è stata raggirata e ora deve prendersi le proprie responsabilità politiche o alla base del progetto della moschea c’è la compiacenza di chi vuole favorire il culto del rito islamico. Cosa plausibile , dato che della giunta Casarotto fa parte qel Pd che fu l’unico nel 2009, a dichiarare di voler concedere la variante urbanistica. In entrambi i casi, siamo davanti ad un pasticcio. Primo perchè quell’immobile non è stato dichiarato come luogo di culto, secondo perchè anche se lo fosse stato, non sarebbe potuto sorgere in una zona D.
Le regole vanno fatte rispettare non solo agli italiani, ma anche a coloro che chiedono di volersi integrare’.