Il consiglio di insediamento del secondo mandato Casarotto è stato appena archiviato ma è un vero e proprio ‘bando agli indugi’ per le minoranze di centro-destra thienesi, che stanno già affilando le lame dalle fila dell’opposizione.
Il motivo? Vederci finalmente chiaro sulla ‘questione moschea’, argomento scottante che ha tenuto banco in campagna elettorale ed il cui luogo di culto è ora in fase di completamento a sud di Thiene, in perfetto stile arabeggiante.
Battagliero come non mai è Christian Azzolin, ex candidato sindaco con la lista ‘Thiene più bella’, tanto che sembra essersi già guadagnato la reputazione di ‘oppositore cattivo’, per usare le sue stesse parole appena concluso il consiglio di mercoledì. ‘Se è così che mi vedono – ha ironizzato Azzolin – farò di tutto per confermarlo. La nostra azione contro la moschea è appena iniziata, e non si limiterà certo alla sede del consiglio. Vogliamo iniziare subito la nostra azione fuori di qua, sulla strada, e promuovere già una raccolta firme con gazebo dal primo luglio. Ma qualcosa mi dice che l’autorizzazione a farlo mi sarà negata. In ogni caso – ha concluso l’avvocato – abbiamo la ferma intenzione di accedere agli atti amministrativi che hanno portato al concretizzarsi della moschea. Non ci fermeremo certo qui’.
Il centro islamico di preghiera ‘Il Futuro’ di via del Rosario vicino alla zona industriale del quartiere Santo Lampertico, era nato molti anni fa come centro culturale sportivo. La richiesta di ampliamento dell’associazione islamica, datata 2014, aveva veleggiato in mari tranquilli o meglio, non era passata nè in giunta né in consiglio ma semplicemente era passata come competenza diretta dell’ufficio tecnico, che aveva autorizzato i lavori nel 2015. Ma in tutto questo, accusano gli oppositori del riconfermato sindaco Giovanni Casarotto, nessuna informazione è trapelata, nessuna riunione è stata fatta con i cittadini, quasi a voler tenere volutamente all’oscuro tutti. Finchè la bomba è scoppiata, dopo le riprese dell’edificio a tre piani fatte da Tva ancora ai primi di giugno.
A combattere nella stessa trincea di Azzolin ci sta anche l’ex sindaco Attilio Schneck, leader della lista targata Lega Nord, che tralascia i toni pacati non appena si parla della famigerata ‘firma’ del 2014. ‘Innanzitutto l’autorizzazione all’ampliamento che ha fatto sì che si arrivasse alla moschea – ha sbottato ‘Titti’ Schneck – è indegno di una città come Thiene, e di chi ha permesso che passasse. Non nascondiamoci dietro ad un dito, si tratta a tutti gli effetti di un centro di preghiera, ed il procedimento non è passato né in giunta né in consiglio. Se la trasparenza di cui parlano tanto è questa… dicono che si è trattato di un atto degli uffici… ma vogliamo scherzare? Se fosse sul serio così, dovrebbero mandarli a casa tutti’.
Non mancano però i classici buoni propositi da opposizione costruttiva. ‘Farò opposizione con analisi puntuali – ha promesso Schneck – e niente sarà tralasciato. Lo farò per il mio senso di responsabilità politica’.
In città si vociferava che ‘Titti’ avrebbe abbandonato il ruolo di oppositore, ma secondo le sue parole, non solo non è così. Lo ‘sconfitto’ Schneck vuole metterci tutte le proprie competenze per vigilare sull’operato dell’amministrazione comunale. Questo dà carica ad altri oppositori come Simone Furia, che è un giovane leghista che ha tanta voglia di imparare ed esercitare il proprio ruolo.
Marta Boriero