Con la finanziaria del 2024 era già previsto un taglio alle risorse degli enti locali, di fatto un concorso alla finanza pubblica, pari a 200 milioni di euro per i Comuni e a 50 milioni di euro per le Province e le Città metropolitane, per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028.
Proprio in questi giorni è stato approvato il decreto di riparto delle somme, che per Thiene ammontano a poco più di 70mila euro per l’anno 2024 e per gli esercizi successivi.
Ora, con la legge di bilancio 2025, agli enti locali viene chiesto un ulteriore “contributo alla finanza pubblica”, che passa questa volta non per un taglio di fondi, ma in un obbligo di accantonamento di risorse, che l’anno dopo il singolo ente potrà spendere per investimenti.
Considerato che questi importi si sommano alla manovra dell’anno precedente, i 130 milioni del 2025, i 260 milioni annui del periodo 2026-2028 e i 440 milioni del 2029 previsti a livello di comparto, non appaiono assolutamente cifre trascurabili.
In estrema sintesi per il Comune d Thiene stiamo parlando di circa 50.000€ in meno di risorse di parte corrente per il 2025, 100.000 € per ciascuno degli anni 2026/2027/2028 e 150.000 € per il 2029.
Questo senza contare una serie di altri tagli su fondi destinati a singoli filoni specifici di investimento, come ad esempio investimenti comunali veicolati dalle Regioni, piuttosto che sul fondo per la progettazione delle opere pubbliche. Il tutto solo in parte compensato dagli aiuti previsti destinati alla gestione dei minori in affidamento.
Di qui l’appello del Sindaco di Thiene, Giampi Michelusi, ai parlamentari vicentini a Roma.
«La recente ‘scure’ del Governo sugli enti locali – spiega Michelusi – ha un impatto diretto e pesante sulla vita dei nostri cittadini, colpendo servizi essenziali che i Comuni, con impegno e sacrificio, assicurano ogni giorno. Troppo spesso siamo chiamati a colmare le lacune lasciate dallo Stato, senza però le risorse adeguate a far fronte alle richieste e ai bisogni del territorio. Rivolgo quindi un appello ai nostri parlamentari: siate voce e strumento del territorio – dichiara quindi il Sindaco -, difendete i servizi locali e garantite ai Comuni la possibilità di continuare a servire i cittadini con la qualità e l’attenzione che meritano!».
«Come possiamo pensare di riuscire a garantire i servizi ai cittadini – aggiunge Michelusi -, avendo meno risorse e scontrandoci ogni giorno con l’aumento dei costi dei beni, delle utenze, piuttosto che dei contratti di lavoro dei nostri dipendenti e delle aziende e cooperative che lavorano per noi? Ancora maggiormente preoccupante appare la scelta di limitare al 75% il turnover del personale. Tutto ciò appare in contrasto con le promesse volte ad assicurare il potenziamento delle p.a. con nuove assunzioni e il conseguente ringiovanimento dei dipendenti».
Discussione accesa anche all’interno della Regione Veneto
“Una manovra senza visione, che tradisce aspettative e promesse, danneggia la sanità pubblica e lascia soli i cittadini, anche in Veneto”. Così Andrea Martella, segretario del Partito Democratico del Veneto, interviene contro le scelte del Governo Meloni sui finanziamenti al Servizio Sanitario Nazionale. Scelte che – accusa – impatteranno pesantemente sui bilanci regionali e sui servizi essenziali per i cittadini veneti. Il Governo ha promesso miliardi al SSN, ma le cifre reali parlano di un’inadeguatezza delle risorse rispetto alle necessità di medici e infermieri, già costretti a scioperare il prossimo 20 novembre per condizioni salariali e lavorative precarie. “Avevano annunciato 3,5 miliardi per assumere 30.000 tra medici e infermieri nel triennio. Ma oggi ci troviamo a fare i conti con una dotazione insufficiente che non copre nemmeno le emergenze. In questo modo la spesa sanitaria scende al 6,05% del PIL, una percentuale lontanissima dagli standard europei, con conseguenze drammatiche per l’intero Paese”. Martella accusa anche il presidente del Veneto: “Zaia si è congratulato, solo pochi giorni fa, con il Governo per aver, sue parole, invertito la rotta sui finanziamenti alla sanità. La realtà però si è mostrata ben diversa. Se il governatore della Regione sceglierà di far finta di niente e non parlare, saremo noi a incalzarlo: chiedendogli ad esempio di spiegare come pensa di gestire i tagli piovuti da Roma senza danneggiare i veneti”. Le conseguenze sono già evidenti in Veneto, con liste d’attesa sempre più lunghe, una carenza cronica di medici di famiglia, e una copertura insufficiente nei servizi territoriali e nella salute mentale. La sanità pubblica veneta, denuncia il PD, è sempre più a rischio di privatizzazione: la spesa per i servizi privati ha raggiunto il 14,1% del fondo sanitario regionale, e il progressivo disimpegno della Regione nell’integrazione socio-sanitaria ha lasciato molti cittadini scoperti nei servizi essenziali. “Zaia continua a tagliare nastri per la propaganda, ma la realtà è che il Veneto sta arretrando nella qualità e accessibilità dei servizi sanitari”, commenta Martella. Di fronte a questa situazione, il Partito Democratico Veneto chiede un incremento strutturale dei fondi per la sanità e l’avvio di un piano straordinario di assunzioni e di miglioramento delle condizioni di lavoro per il personale sanitario. “Le esigenze della salute – conclude il segretario regionale – non sono negoziabili. Noi resteremo in prima linea per difendere il diritto alla salute dei cittadini veneti”.
di Redazione AltovicentinOnline