Thiene. Insulti razzisti a calciatore del Toniolo. Michelusi: ‘La città è con te’
Giornalisti Altovicentinonline
Il primo ad esprimere vicinanza a Emmanuel Kofi Osei è stato l’assessore allo Sport Giampi Michelusi, che ha voluto comunicare innanzitutto affetto al giovanissimo ‘talento del calcio’ thienese. ‘Sono sicuro che l’episodio che si è verificato allo stadio del Santo è un fatto isolato, da parte di una ‘testa calda’ che nulla ha a che fare con i valori del nostro sport locale.
‘La città è con te, l’amministrazione è con te. Che quello che è successo non condizioni il tuo quieto vivere a Thiene e il tuo contributo alla squadra del Rino Toniolo – ha dichiarato Michelusi, rivolgendosi direttamente al calciatore ghanese che è anche un cittadino thienese – da parte mia e del Comune, massimo sostegno e solidarietà per una vicenda squallida. Thiene è con te ed è fiera di te’.
Secondo Michelusi che frequenta da sempre gli ambienti sportivi per passione e che da quando è amministratore della giunta-Casarotto lo fa anche per lavoro, quanto è accaduto nei giorni scorsi con gli insulti razzisti al calciatore Osei è un episodio che non rispecchia la mentalità thienese. ’E’ ridicolo, ma soprattutto sgradevole – ha sottolineato l’assessore – che si verifichino al giorno d’oggi fatti così gravi. La nostra è una città in cui convivono sempre più, diverse etnie. Ho anche la delega ai Servizi demografici. Incontro gente straniera ogni giorno. Qui al municipio, facciamo settimanalmente cittadinanze. Per chi la riceve, è un momento importante, quasi un onore. Io parlo con loro, mi parlano della loro famiglia, del loro lavoro e della loro voglia di integrarsi. Anzi, mi soffermo su questo punto, chiedendo loro se hanno problemi di inserimento in società e nessuno mi accenna a questo tipo di disagio. Per questo, sono convinto che quello che è successo a Osei è un episodio isolato. Purtroppo, il discorso è più ampio ed è legato alle frustrazioni di chi pensa che lo stadio o un palazzetto siano una specie di sfogatoio per le proprie frustrazioni. Qualcuno degenera perché vive situazioni personali, familiari o lavorative non serene ed ecco che il tutto sfocia in atti di violenza come nel caso dei teppisti denunciati fuori dal Palaceccato o come il caso degli insulti ad Osei. Mi piacerebbe incontrare queste persone proprio per comprendere il loro disagio interiore e aiutarli, con il contributo prezioso della sport , a superarli. Se queste persone si aprissero e riuscissero a parlarne – conclude Michelusi – molti di questi episodi non si verificherebbero’.