Un’analisi accurata sulla produzione dei rifiuti del Comune di Thiene, di alcuni paesi limitrofi e dei ‘top di serie’ per capire bene cos’è la Tari (tassa sui rifiuti) e valutarne i costi. L’ha fatta il consigliere comunale di maggioranza Carlo Gecchelin che, numeri alla mano, ha ‘spulciato’ i dati di Thiene, dei suoi vicini e di quei comuni che vengono costantemente citati come ‘punti di riferimento per l’eccellenza’ nella questione raccolta e smaltimento rifiuti. E visto che i numeri non lasciano spazio alla libera interpretazione, da essi emerge che Thiene è nella norma, che si può sicuramente fare di meglio, ma che la Tari thienese con i suoi costi, tutto sommato, ha il suo perché.
Gecchelin, lei ha fatto un ‘lavoraccio’ di analisi dei dati su raccolta e smaltimento dei rifiuti. E’ un tema che sta molto a cuore in effetti.
Lo scopo della mia analisi è riflettere sul tema rifiuti. Non voglio avanzare pretese scientifico-statistiche, l’ho fatta perché dobbiamo chiederci: possiamo migliorare? Possiamo diminuire il rifiuto totale e aumentare la percentuale di raccolta differenziata sia per diminuire i costi sia per ridurre l’impatto ambientale?
Risposta?
Certo che sì. E spiego come. Prima di tutto dobbiamo cercare di ridurre i rifiuti. Mi rivolgo soprattutto alla grande distribuzione, che ‘muove’ tonnellate di imballaggi spesso non necessari. Poi aziende, enti e infine i cittadini. Thiene, con i suoi 23.400 abitanti, produce 385 di rifiuti l’anno, contro i 396 della provincia e i 449 della regione. E’ un dato positivo. Quando poi si analizzano i numeri, bisogna paragonare il comune con altri che hanno simile numero di abitanti, di scuole, aziende ed esercizi commerciali e di eventi e manifestazioni.
Ci spiega un po’ di dati di Thiene? In che ambiti di raccolta rifiuti Thiene si ‘comporta’ bene? E dove invece male?
Su carta e vetro siamo bravissimi. La percentuale di raccolta differenziata invece è 64.5%, appena sopra il 63.7% regionale. Il problema vero riguarda la raccolta del multimateriale. Molti si confondono sulle tipologie di rifiuti da gettare e non distinguono che cosa va nel ‘secco’ e cosa invece va differenziato. Anche nella raccolta di oli e grassi dovremmo fare meglio…
Cosa può fare l’Amministrazione Comunale per migliorare la situazione?
La produzione di rifiuti non è correlata alla percentuale di raccolta differenziata, per cui l’amministrazione può intervenire con campagne di informazione e sensibilizzazione sul tema e, là dove possibile, collaborare con il sistema produttivo-commerciale-distributivo per limitare la produzione di imballaggi inutili. Anche migliorare gli orari di apertura degli ecocentri potrebbe essere utile. E poi, cosa principale, c’è l’educazione del cittadino, che è alla base della gestione della produzione e dello smaltimento dei rifiuti. Bisogna investire nell’informazione a scuola e con la propaganda. Il cittadino che vede cose che non vanno dovrebbe anche avere il coraggio di insegnare e denunciare, per attivare il senso civico.
E la conseguenza di un eventuale miglioramento avrà ripercussioni anche sulle tasche dei cittadini?
Naturalmente. La Tari si ridefinisce ogni anno pertanto, là dove ci sarà un margine di miglioramento, ci sarà di conseguenza spazio per una diminuzione dell’imposta. Più i cittadini si comportano bene e minore sarà la tassa che devono pagare.
Come sono i costi della Tari a Thiene? E cosa comprendono?
I costi sono proporzionati alla virtuosità del comune. Ponte nelle Alpi e Capannori, da sempre considerati virtuosi a livello nazionale, in effetti pagano molto più di noi. L’eccellenza si paga, secondo me è opportuno trovare il giusto compromesso. I costi della Tari coprono la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la pulizia di strade, tombini, isole ecologiche e feritoie. Anche qui, se i cittadini si preoccupano di tenere in ordine il più possibile, il costo della tassa scende. Al momento, per mantenere i servizi che ci sono, a Thienesi pagano 2.500.000 euro l’anno e non si può andare al di sotto. Bisogna scardinare le vecchie abitudini, ma se ci mettiamo tutti d’impegno in un prossimo futuro potremo pagare meno.
Anna Bianchini