Non è sfuggito ad alcuni lettori il fatto che l’onorevole thienese Filippo Busin abbia firmato la sanatoria sul finanziamento ai partiti.

Non è un ‘sì’ al voler far percepire soldi pubblici ai gruppi politici nazionali, che in ogni caso dal 2018 non percepiranno più nemmeno un centesimo, ma autorizza ad effettuare i rimborsi anche quando, ai partiti stessi, non è possibile fornire in modo completo la documentazione necessaria. Una scelta che, alla luce della ‘nuova’ politica che dovrebbe puntare alla trasparenza e al taglio delle spese ritenute superflue, suona decisamente impopolare.  Ma Busin ci tiene a spiegare il motivo per cui ha sottoscritto la sanatoria.

“Nel 2018 il finanziamento pubblico ai partiti si concluderà – ha spiegato Busin – nel frattempo, per ottenerlo, è necessario documentare tutto in modo molto rigoroso. La sanatoria vuole autorizzare i rimborsi anche quando le carte necessarie, che sono tantissime e spesso impossibili da comprovare, non si trovano”.

Questo voto in pratica mira a  consentire che il finanziamento ai partiti venga erogato anche quando la documentazione relativa non sia completa come prevede la legge.

“In vista del 2018, quando i partiti non percepiranno più soldi dallo stato, il finanziamento ai partiti cala annualmente – ha commentato Busin – A tutti i partiti è stato chiesto di pagare la sanatoria e in effetti, tranne il Movimento 5 Stelle, hanno firmato tutti. Con una motivazione che ci tengo a spiegare. I partiti sono come delle aziende, che al loro interno garantiscono numerosi posti di lavoro. Per snellire queste strutture – ha continuato – serve tempo, in modo che i dipendenti, che inevitabilmente verranno lasciati a casa, trovino altri impieghi. Si pensi che nella nostra sede di via Bellerio, ben 70 persone sono entrate in cassa integrazione e quando questa terminerà, saranno senza lavoro. Il finanziamento ai partiti finirà nel 2018, ma concluderlo di punto in bianco significa mettere in difficoltà strutture che danno lavoro a tante persone. Con la firma alla sanatoria – ha concluso – non abbiamo autorizzato la continuazione dei finanziamenti, abbiamo solo reso possibile erogare finanziamenti là dove erano già legittimi”.

Anna Bianchini

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