Riceviamo e pubblichiamo da Giulia Scanavin  e Federico Mojentale 

Spetta alla Repubblica di stabilire e difendere, con l’autorità e con la forza che costituzionalmente le sono riconosciute, le condizioni di ordine e di sicurezza necessarie perché gli uomini siano liberati dal timore e le libertà di tutti coesistano nel comune progresso. 

Con questo principio che regola l’ articolo 3 della Costituzione, il primo cittadino doveva ispirarsi prima di destinare Parco Villa Fabris ad una celebrazione islamica, dove purtroppo dalle foto fino ad ora pervenute, esiste una suddivisione tra uomini e donne prevista da paraventi ed aree delimitate. Tralasciando il punto se questo è giusto oppure no e leggendo con doverosa attenzione anche le dichiarazioni del presidente Sultar Sarktar, l’ applicazione di questo tipo di modalità di preghiera, che non spetta a noi consiglieri comunali definire o giudicare, ci porta però a chiederci a gran voce, se agli occhi dei passanti che hanno frequentato l’ area in quei momenti, soprattutto minori, abbiano potuto capire questo tipo di espressione religiosa.

In questo il primo cittadino poteva semplicemente favorire l’uso della Moschea, più consono per tale rito, evitando implicitamente di dare una visione di “normalità “ che non rappresenta la nostra cultura e puó disturbare l’ animo di un paese cattolico, che già nella sua Costituzione abbatte disuguaglianze di genere. 

Questa è sempre l’annosa questione di quanto l’espressione di una persona o di un gruppo, possa essere tutelata o promossa a discapito dell’altro. Ecco, su questo ci dobbiamo sicuramente schierare compatti, perché  il nostro modo di vivere, la nostra cultura, la nostra sensibilità non vengano oscurate da altre tradizioni che nelle sue rappresentazioni dividono, classificano e non uniscono.

Quindi chiedo al primo cittadino di ricordarsi che il suo compito è anche quello di bilanciare gli interessi e le sensibilità di tutti e dico di tutti i propri cittadini, rispettando la Costituzione su cui ha giurato il suo mandato.

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