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Thiene. Domani l’arrivo dei 10 rifugiati. ‘Occorre lavorare con loro in piccoli gruppi’

Per integrarli e portare avanti un progetto concreto,  insegnargli prima la lingua italiana e le regole, poi inserirli nel mondo del lavoro, bisogna lavorare con piccoli gruppi gestibili. Sono attesi a Thiene per domani, ì dieci richiedenti protezione internazionale che saranno ospitati in Città in base al Protocollo d’Intesa firmato con la Prefettura di Vicenza dal Sindaco, Giovanni Casarotto e sottoscritto anche dalla maggior parte dei Sindaci della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 4. Si tratta di un piccolo numero a cui, nelle prossime ore, potranno aggiungersi altri immigrati, sempre nel rispetto del numero previsto dal protocollo, che mette nero su bianche che i ‘comuni accoglienti’ potranno ospitare 1, massimo 2 profughi ogni mille abitanti. Se ne parla da mesi ormai, ma ieri mattina, il primo cittadino Gianni Casarotto ha chiamato a raccolta i parroci thienesi, che faranno la loro parte in quello che il sindaco ha definito un ‘problema epocale al quale i Comuni non possono far fronte da soli’. In questa fase di emergenza ci troviamo a dover affrontare situazioni, che oltrepassano il nostro orizzonte territoriale e che sono di ben più vasta portata.
‘Stiamo affrontando l’emergenza cercando di coniugare l’informazione alla cittadinanza con il rispetto della privacy di chi sta arrivando a Thiene e sempre con l’impegno di gestire questa situazione con responsabilità e dignità nei confronti dei profughi che accogliamo – ha proseguito Casarotto -Dei dieci richiedenti asilo quattro provengono dal Mali, due dal Senegal, due dal Togo, uno dalla Costa d’Avorio e uno dal Burkina Faso. Saranno ospitati in due alloggi di proprietà comunale, non ERP, ma utilizzati per emergenze abitative che sono stati arredati grazie anche alla generosità di privati e che saranno pronti ad accogliere i richiedenti asilo entro fine settimana, ubicati uno nel quartiere dei Cappuccini e uno in Conca’.

Ad occuparsi di loro sarà l’Associazione “Il mondo nella città” onlus con sede a Schio, che già da quindici anni lavora nel settore con il progetto nazionale Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati a cui anche Thiene ha aderito assieme ad altri dodici Comuni del Vicentino e all’Ulss 4 e che sta già seguendo, sempre a Thiene, quattro profughi accolti in base allo SPRAR. ‘

La presidente Chiara Ragni, ieri mattina, si è soffermata a lungo per spiegare quale sarà il percorso che verrà messo a fuoco già da domani per gestire l’accoglienza dei profughi. Alla domanda su cosa, a suo avviso, non ha funzionato a Pian delle Fugazze, ha detto che concentrare troppe persone in uno stesso luogo non va bene e non è la modalità adatta per un progetto serio di integrazione.

“Iniziamo ora un percorso – spiega Maurizio Fanton, Assessore ai Servizi alla Persona e alla Famiglia – che vedrà impegnati, accanto all’Associazione “Il mondo nella città”, anche il Comune e le Parrocchie. Il primo periodo di accompagnamento sarà finalizzato all’insegnamento della lingua italiana e all’inserimento vero e proprio, dopo di che, fra circa due o tre mesi, si passerà alla seconda, con il coinvolgimento in attività lavorativa di volontariato”.

Le parrocchie cittadine hanno dimostrato disponibilità a collaborare in questa emergenza che sta coinvolgendo anche Thiene, al pari degli altri Comuni del territorio, in uno stile di accoglienza, così come emerso anche nella veglia missionaria che si è svolta a Zanè la settimana scorsa e testimoniato dai volontari della parrocchia di Poleo dove in canonica sono ospitati 5 richiedenti protezione internazionale.
Secondo Don Livio Destro, presente ieri durante la conferenza stampa, i cittadini thienesi stanno comprendendo quanto sta accadendo in tutto il mondo e stanno capendo che devono fare la loro parte in un momento di emergenza sanitaria.
Per Don Nicola Saladin di San Sebastiano, l’accoglienza dei 4-5 profughi che arriveranno nella loro realtà religiosa non è altro che il mettere in pratica la parola del Vangelo e quanto chiaramente chiesto dal Papa, che ha detto di ‘aprire le porte delle parrocchie’ e dare ospitalità ai rifugiati.

R.B.