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Thiene ‘adotta’ una famiglia rom. La sfida sarà quella dell’integrazione

Anche Thiene adotta la sua famiglia rom e l’impresa adesso, sarà quella di ‘stabilizzarla’ in città, facendola rinunciare alla sua natura di vagabonda, con un appartamento che verrà messo a disposizione per avviare il progetto d’integrazione. Dopo la proposta dell’assessore Martino di Schio a ciascun comune perché adotti una famiglia nomade, si scoprono le iniziative già in essere nei vari paesi. A testimoniare che un percorso di stabilizzazione è possibile, lo sono l’esperienza di Breganze, di San Vito di Leguzzano, di Zugliano. E anche Thiene ci sta lavorando.

 

Il contatto è arrivato al Comune dalla Caritas di Thiene, a sua volta avvisato dalla Caritas di Vicenza, per una famiglia sinti che ha i bambini a scuola a Thiene e ha intenzione di stabilizzare il loro modi di vita e le relazioni.

“Da qui sono iniziati una serie di incontri – racconta l’assessore di Thiene alla persona e alla famiglia, Maurizio Fanton – con la Caritas e la famiglia per capirne gli intenti. Noi abbiamo dato la nostra disponibilità nel cercare un appartamento e creare un percorso di inserimento per cominciare a vivere relazioni stabili. A seguirli poi sarà la Caritas. Un modello che sulla falsariga vuole seguire l’esempio dell’esperienza attivata dall’Unità Pastorale di Zugliano”.

La molla che fa scattare il cambiamento sono i figli, la volontà di dar loro un futuro diverso, più stabile e inseriti nella comunità.

“Se vogliamo il bene di queste famiglie – continua l’assessore Fanton – dobbiamo ragionare su un loro inserimento con l’appoggio di altri soggetti, come la Caritas, che le seguano. Deve però essere un percorso condiviso, perché altrimenti non ha senso. Creare un campo nomadi significherebbe ghettizzare e non fare integrazione. Occorrono invece sistemi che aiutino l’integrazione, come del resto succede già con tutte le realtà straniere presenti in città”.

Il 15% dei thienesi non è italiano. “Ci sono attività, come i doposcuola per bambini e mamme, che danno ottimi risultati di inserimento, insegnando l’italiano alle mamme, seguendo i ragazzi nei compiti, facendo servizio di baby sitter per i più piccoli. Un progetto che ad oggi coinvolge ben 70 ragazzi. Stiamo poi lavorando ad una consulta dell’integrazione e un’altra bella iniziativa è la Festa dei Popoli che coinvolge tutte le etnie presenti. Usando questi percorsi di coinvolgimento si possono stabilizzare anche le famiglie nomadi”.

Quando inizierà l’esperienza thienese di stabilizzazione?

“Non lo sappiamo – conclude l’assessore -. Gli incontri si stanno svolgendo da qualche mese, ma la famiglia ora ha chiesto un momento di riflessione. Si tratta di un cambiamento mentale, di modificare un sistema di vita radicato e cominciare a pensare anche a varie responsabilità, comel’impegno di una casa… Noi, comunque, rimaniamo disposti a portare avanti il progetto”.

Marta Massignan