Dopo la seduta del Consiglio regionale di martedì scorso, quando la giunta veneta ha presentato una serie di emendamenti alla legge di riordino ordinamentale in materia di sanità introducendo modifiche tanto rilevanti che l’esame è stato rinviato alla commissione competente in materia, fioccano le polemiche, in particolare per le disposizioni sull’aumento di assistiti per i medici in corso di specializzazione. Oggi l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin corre quindi ai ripari. “Su un tema così complesso è giusto discutere, ma bisogna farlo avendo ben chiaro di cosa si parla, a partire dal fatto che a livello regionale, in sede dei tavoli tecnici di discussione con le Ooss della Medicina generale, sono state ampiamente discusse proposte di soluzione alla carenza dei medici -in buona parte però da attuarsi nel contesto regolatorio nazionale- comprendenti anche l’aumento del massimale per i suddetti incarichi”, afferma Lanzarin in una nota. “Peraltro su questo tema abbiamo già ragionato con le Ooss Snami e Smi, alla presenza del sindacato Fimmg, di innalzare gradualmente il massimale fino a 1.500 assistiti. Per quanto riguarda i medici iscritti al corso di formazione specifica in Medicina generale, non è mai stato discusso, poiché fuori discussione, il tema della remunerazione. Al medico iscritto al corso di formazione specifica in medicina generale con un incarico temporaneo di assistenza primaria, oltre al mantenimento della borsa di studio, è stato, è, e sarà, interamente garantito, sin dalla prima applicazione (2020), il compenso previsto dall’Accordo collettivo nazionale della Medicina generale composto da quota capitaria e relative indennità”.
Al momento i medici iscritti al corso di formazione specifica in Medicina generale possono -su base volontaria- ricevere un incarico temporaneo di assistenza primaria fino ad un massimo di 650 assistiti, ricorda l’assessore. “L’emendamento proposto nasce proprio dall’attuale situazione di emergenza legata alla carenza di medici di medicina generale che vede oltre 600 zone carenti in regione e punta ad innalzare il massimale di scelte fino ad un massimo di 1.000 assistiti per il primo anno, e di 1.200 assistiti per gli anni successivi al primo. Una soluzione necessaria, ma temporanea, perché prevediamo che l’attuale situazione di carenza dovrebbe attenuarsi nel corso dei prossimi anni con l’ingresso nel mondo del lavoro degli oltre 700 medici attualmente iscritti alla Scuola di formazione specifica in medicina generale e che ha visto un consistente aumento del numero dei posti a bando negli ultimi anni”. Tra l’altro, evidenzia Lanzarin, “nell’attuale contesto nazionale di carenza tutte le Regioni hanno condiviso in commissione Salute la proposta avanzata anche dal Veneto di aumentare per questi incarichi il massimale di assistiti” e “una proposta di modifica è in corso di approvazione a livello nazionale attraverso specifico emendamento, presentato alla Camera dei deputati ed approvato il 28 aprile u.s., che prevede l’aumento del massimale a 1.000 assistiti fin dal primo anno”. La Regione Toscana, inoltre, ha già “aumentato il massimale fino a 1.500 assistiti per il secondo e terzo anno di corso”. Infine, conclude Lanzarin, “il Comitato Scientifico della Scuola di Medicina generale, avallando la scelta dell’aumento del massimale, attraverso uno specifico gruppo di lavoro ha previsto la formulazione di percorsi di tutoraggio a tutela del percorso formativo”. Quindi “l’emendamento proposto mira anche ad agevolare il percorso del corsista prevedendo, come da proposta condivisa a livello nazionale, il riconoscimento dell’attività dell’incarico quale parte del tirocinio”.