Al di là della motivazione che li ha portati alla protesta di massa, i commercianti ieri, a Schio, si sono riappropriati della loro identità. Hanno dimostrato unione e soprattutto voglia di avere voce in capitolo nell’attività politica che li riguarda da vicino. Un segnale forte quello lanciato da Guido Xoccato e company, che hanno tenuto chiuso, rinunciando ai guadagni di un pomeriggio di lavoro in tempo di crisi.
La loro protesta non era solo un coro contro un’amministrazione che comunque, ha dimostrato apertura tenendo conto di idee e progetti, che ad esempio a Thiene due anni fa, sono stati ignorati con un atteggiamento di totale chiusura. E’ stata anche l’occasione per sfogare il dramma di una categoria ormai in ginocchio per la crisi dei consumi. Una crisi che probabilmente non c’entra nulla con le pedonalizzazioni dei centri storici. Il parallelo con Thiene ieri era inevitabile. Il ricordo di due anni fa, quando si decise sul centro da chiudere senza passare dal parere di Ascom rappresenta ancora una ferita aperta per qualcuno.
Ieri, Cattelan ricordando la vicenda di due anni fa, ha parlato di ‘tempi non maturi’ per intraprendere strumenti di lotta in stile-Xoccato, ma sarebbe onesto dire che la giunta Dalla Via non è la giunta Busetti. L’assessore Daniela Rader , commercianti e associazione di categoria scledensi sono entrati in conflitto per la fase esecutiva del piano di riqualificazione del centro storico scledense, ma per mesi, si sono registrati lunghi incontri in cui tutte le parti hanno avuto la possibilità di confrontarsi ed esporre le proprie idee . Di questo a Thiene, nemmeno l’ombra, con commercianti ‘colpevoli’ di aver tenuto un ‘profilo basso’, dinanzi alla forza di un sindaco non disposto al dialogo.
N.B.