Lo scontro tra il Comune di Schio e la società partecipata dei rifiuti Ava procede senza sconti e, dopo il conferimento da parte del sindaco Valter Orsi del mandato ad un avvocato, incaricato di valutare l’eventuale sostituzione dell’azienda nella gestione dei servizi, anche il Comune di Santorso e quello di Marano Vicentino potrebbero avanzare una richiesta di risarcimento in qualità di Comuni confinanti alla sede dell’inceneritore. Risarcimento pari al 20% ciascuno, mentre a Schio andrebbe l’80%.
Nel frattempo, per mettere le mani avanti di fronte alle richieste dei sindaci, chiamati a tutelare i loro cittadini sia economicamente che a livello ambientale, nella prossima assemblea dei soci di Ava, prevista per mercoledì 29 luglio, sarà deliberato proprio “l’accantonamento di 380.267 euro come riserva per copertura oneri futuri di contenziosi, quindi eventuale riconoscimento del diritto di indennizzo”.
Lo ha comunicato Franco Balzi, sindaco di Santorso, durante l’ultimo consiglio comunale, rispondendo ad un’interpellanza
Il ‘caso inceneritore’ e l’indennizzo ai Comuni ospitanti, è destinato quindi a non arrestarsi presto e si preannuncia un autunno ‘caldo’ per la società che gestisce i rifiuti dell’Alto Vicentino. Uno scontro tra Comuni, che vede le tre maggiori cittadine del territorio allineate su fronti opposti, con Malo e Thiene da una parte e Schio dall’altra. E se a Schio il ‘problema’ inceneritore c’è, a Malo e Thiene invece si ricorda che, rispettivamente nel 2015 e nel 2016, entrambi i Comuni avevano detto ‘no’ all’impianto di cremazione che era stato proposto, proprio per una questione di salvaguardia ambientale e di
L’esito della prossima assemblea di Ava, che prevede l’approvazione del bilancio 2019 della partecipata, è stato spiegato da Balzi: “L’ipotesi che informalmente sta maturando e che andrà in discussione e votazione entro fine mese in assemblea dei soci è quella di destinare l’utile di esercizio 2019, valore di € 1.430.267 alle seguenti voci: 1 milione di euro per la distribuzione dei dividendi anche in relazione all’emergenza covid dei soci, 50.000 euro come riserva per la copertura delle spese di dismissione impianto e l’accantonamento di 380.267 euro come riserva per copertura oneri futuri di contenziosi, quindi eventuale riconoscimento del diritto di indennizzo. In uno scenario così complesso – ha commentato il primo cittadino di Santorso – la proposta è la formula più opportuna per poter prudentemente tutelare al meglio gli interessi di tutti i soggetti coinvolti, compresi quelli della nostra amministrazione”.
Il Pd di Schio difende Ava e chiede a Orsi di fermarsi
Nella querelle non rimane da parte il Pd scledense, che attraverso i suoi rappresentanti consiliari Leonardo Dalla Vecchia e Giovanni Battistella ha dichiarato: “Siamo stupiti della discutibile presa di posizione dell’amministrazione scledense nei confronti della propria società partecipata Ava, congiunta all’azione legale che la città di Schio sta per intraprendere per recuperare i fondi di indennizzo che spetterebbero alla nostra città per il fatto di ospitare l’impianto. Riteniamo assolutamente fuori luogo questa decisione perché alimenta le tensioni tra i soci di una delle società più importanti del nostro territorio per il servizio chiave che svolge. Ci chiediamo quale sia la vera intenzione del sindaco Valter Orsi e della sua amministrazione in merito ai temi legati alla raccolta differenziata e ci chiediamo se l’assessore Alessandro Maculan sia all’altezza del ruolo che gli è stato assegnato. In queste azioni leggiamo incapacità di questa amministrazione nel definire e gestire i costi di gestione del flusso di smaltimento rifiuti. Nella partita degli indennizzi e compensazioni, che la città chiede per il fatto di ospitare l’impianto, come Pd accetteremo di fare la nostra parte solamente quando si deciderà che quelle cifre verranno spese per mantenere efficiente l’impianto di Cà Capretta, per garantire il minor impatto possibile sull’ambiente e i cittadini, con installazione di nuovi sistemi di filtraggio dell’aria e monitoraggio dei fiumi. Ma non ci presteremo mai a sponde politiche che mirano a mettere in difficoltà la società proprietaria di un impianto delicato come l’inceneritore. Chiediamo quindi che l’amministrazione non prosegua sulla pericolosa strada dello scontro.
Anna Bianchini