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Schio. “Tutelare i bimbi rom”. Cioni chiede l’intervento ‘duro’ dei Servizi Sociali

“Azioni forzate per proteggere i figli dei rom, la componente più fragile e incolpevole di questi nuclei famigliari, anche aprendo l’iter previsto dalle normative per l’assegnazione in affidamento”.

Sono parole decise quelle di Alex Cioni, consigliere comunale e capoluogo di SchioCittà Capoluogo, che da tempo si batte per quello che ritiene essere un diritto dei bambini delle famiglie sinti e rom, cioè quello di andare a scuola e di vivere in un contesto di integrazione e non di emarginazione sociale.

Nei giorni scorsi, a margine di una interrogazione presentata dal capogruppo in Consiglio comunale di SchioCittà Capoluogo Alex Cioni sull’annosa questione della presenza di soste abusive dei nomadi in città, il presidente del Consorzio di Polizia Locale Alto vicentino Albino Mosele, aveva fatto presente che in alcuni casi i soggetti che abitualmente sostano in giro per la città, possiedono la residenza a Schio o in Comuni dell’hinterland scledense. Il presidente ha poi sottolineato che “si tratta di nuclei familiari con minori al seguito”.

Sul tema dei minori il consigliere del centrodestra ha successivamente presentato un’altra interrogazione chiedendo “se per quanto di competenza degli uffici comunali, i minori sono monitorati dai Servizi sociali in modo da stabilire se frequentano regolarmente il percorso scolastico”.

Secondo l’esponente del centrodestra “conoscere se i più giovani appartenenti a questi nuclei familiari hanno l’opportunità e la possibilità di sviluppare la propria formazione al fine di avere un inserimento migliore nella nostra società, è un passaggio essenziale in quanto la scuola è oggettivamente uno dei maggiori veicoli e strumenti di integrazione”.

Preso atto che la risposta arrivata al consigliere ha chiarito che i minori non sono monitorati dai Servizi sociali, il suggerimento che Cioni intende offrire al Comune è di “lavorare organizzando e sistematizzando percorsi di sostegno didattico per i minori. Questa è l’unica via perseguibile per strappare dal degrado abitativo e culturale nel quale i bimbi sono costretti a vivere a causa dei genitori”, arrivando a proporre, come extrema ratio per quei casi di totale assenza di collaborazione da parte dei genitori, “azioni forzate per proteggere la componente più fragile e incolpevole di questi nuclei famigliari, aprendo l’iter previsto dalle normative per l’assegnazione in affidamento”.

Secondo il consigliere le politiche sociali del Comune si devono attrezzare prevedendo “azioni a tutela dei minori in modo da ripristinare l’uguaglianza dei diritti dell’infanzia, strappandoli da un modello di vita socio culturale profondamente nocivo”.

di Redazione Altovicentinonline

(foto dal web)