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Schio. Sull’acquisizione dell’ex Lanerossi : ‘Occasione per rilancio, ma serve impegno’

E’ solo dell’altro giorno la notizia cui manca un’ufficialità di ‘forma’ quella che vedrebbe il noto imprenditore scledense Marcello Cestaro scendere in campo con oltre 7 milioni di euro per acquisire la proprietà dell’ex area Lanerossi, che già si scatenano le prime reazioni politiche.

Un’area storica, simbolo di quella piccola Manchester tutta italiana, che si trova in una zona centrale di Schio tra Via Pasubio e Via Maraschin: un vasta porzione testimone coi suoi resti di un’archeologia industriale di eccellenza che si estende per oltre 125mila metri quadrati e versa in uno stato di degrado dal quale difficilmente senza contribuzioni private si potrebbe elevarsi: lo stesso Sindaco Orsi aveva al proposito annunciato che i crediti vantati nei confronti di Aree Urbane – Srl fallita nell’aprile dell’anno scorso –  relativamente a quell’area ammontano attorno ai 2milioni di euro.

Una situazione quindi che nella sostanza dei fatti vede le varie anime del consiglio comunale di Schio concordi nel sostenere che si tratti di una buona notizia per la città, seppur con gli opportuni distinguo: “Dopo oltre cinquant’anni dal trasferimento degli stabilimenti della Lanerossi nella nuova zona industriale” – commenta il capogruppo di SchioCittà Capoluogo ed esponente di Fratelli d’Italia Alex Cioni – “quanto avvenuto in questi giorni è un passaggio dalla portata indubbiamente storica che apre ad una entusiasmante prospettiva di  recupero di un’area abbandonata da decenni al degrado e da interminabili e inconcludenti discussioni. Di questi tempi non penso sia più riproponibile un volume di edificazione della portata prevista nei primi anni duemila dal defunto Piano Gregotti, rimaniamo perciò in attesa di conoscere i desideri e le aspettative della proprietà sull’area acquistata prima di qualsiasi altra valutazione: come amministrazione comunale sarà comunque opportuno ragionare sin da subito anche in relazione alla riqualificazione della Fabbrica Alta dopo che in sede di tribunale è stato chiarito che l’edificio è a tutti gli effetti di proprietà comunale. Un lavoro – conclude Cioni – che a rigor di logica dovrà andare di pari passo con l’eventuale piano di recupero dell’area acquistata da Cestaro”.

Soddisfazione anche dalle parti del Partito Democratico scledense che però non rinuncia a sottolineare come sia mancata una fondamentale capacità progettuale da parte della maggioranza, palesata anche dal poco spazio dedicato alla Fabbrica Alta anche nell’ultimo bilancio approvato: “La notizia è una notizia che dà respiro” – dichiarano Leonardo Dalla Vecchia e Gigi Copiello, rispettivamente capogruppo consiliare e coordinatore del locale circolo PD – “all’area ex Lanerossi, finita in un fallimento e tra i rovi da anni, e alla città di Schio tutta, perché se un imprenditore, un importante imprenditore, investe sulla sua città è un’importante notizia per tutta la città.

Non son più i tempi del piano Gregotti, ovviamente. A maggior ragione l’area ex Lanerossi trova il principale valore nella sua collocazione in centro, nel parco, nel percorso lungo la roggia, nelle previsioni cioè già contenute nel piano del 2006. Trova valore nella sua storia e nella contiguità con la parte pubblica, e cioè la Fabbrica Alta, le centrali termoelettriche e idroelettriche, la ciminiera ed altro. Questo fatto infine rende indifferibile la soluzione della viabilità in destra Leogra, necessaria a tutta la città: bene quindi che alla forza e vivacità della zona industriale faccia finalmente riscontro anche una forte possibilità di rilancio urbano di Schio. Per rendere attrattiva Schio, e l’Alto vicentino, specie per i più giovani.

Può essere un nuovo inizio, ci sono tutte le condizioni: l’impegno dei privati, l’impegno del pubblico, la cooperazione tra privato e pubblico. Un inizio che speriamo sia colto da tutti.

Spiace dirlo in questo momento – concludono i due esponenti Dem – ma solo l’altra sera, nel bilancio del Comune di Schio c’erano 3 righe su 200 pagine dedicate alla Fabbrica Alta e nessun progetto: per questo, e per altro, abbiamo bocciato il bilancio. Noi comunque ci saremo, con proposte, con la volontà di aprire un confronto alto e largo e con lo stesso metodo usato per il treno. Schio ne ha bisogno e lo merita”.

di Redazione AltoVicentinOnline