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‘Schio da città si sta trasformando in un paese’. Prende forma l’opposizione di Cunegato

E’ stato tanto votato alle scorse amministrative di Schio perché rappresentava il ‘nuovo’ in un gruppo ‘datato’. Carlo Cunegato prende il posto di Dario Tomasi nel consiglio comunale di Schio e non nasconde la sua emozione. Ma, a differenza del suo modo di fare festaiolo e caotico, Cunegato è molto concreto e, partendo dalla sua formazione personale di docente di filosofia, ha stilato una serie di progetti che spaziano dalla cultura, all’immigrazione e fino alle tasse.

Cunegato, che opposizione sarà la sua?

Sarà un’opposizione responsabile e vigile. Penso che il primo compito dell’opposizione sia esercitare una funzione di controllo, essenziale per il buon funzionamento della democrazia. Io sono sempre stato convinto che l’uomo sia come l’acqua, senza i controlli finisce per cadere giù. Cercherò di leggere tutte le delibere e, quando ce ne sarà bisogno, presenterò delle interrogazioni. Con Tessiamo Schio abbiamo continuato a seguire le vicende e ad intervenire nel dibattito pubblico cittadino. E’ anche grazie alla nostra pressione che l’amministrazione, che nel sito del comune aveva dichiarato di destinare i voucher ai ‘casi noti all’amministrazione’, è stata obbligata a pubblicare le graduatorie.

Quali sono i temi su cui darà  battaglia alla maggioranza e cosa non condivide finora del mandato Orsi?

Non condivido poi l’idea di fondo dell’amministrazione: abbassando le tasse, prima di conoscere i tagli del governo centrale che erano prevedibili e poi lamentandosi contro Roma, la giunta si è dimostrata imprudente. Abbassare di 200mila euro le tasse, 10 euro all’anno a contribuente, significa  impoverire la città pubblica. Alle volte mi sembra che Schio  da decima città del Veneto stia diventando un paese. E’ come se l’ ambizione di contare qualcosa si stesse sbiadendo. La grande riflessione del festival città impresa in un territorio che ha una vocazione manifatturiera è stata abolita, e Vicenza ha colto subito l’occasione per portare ‘a casa sua’ questo evento importante. Una progettazione della celebrazione del centenario della grande guerra, che poteva essere il volano di una politica turistica, povera. Dall’Unione dei Comuni che guarda verso la Pianura Padana e l’Europa ci si ritira nell’Unione Montana. Adesso si parla di chiudere uno dei due asili nidi pubblici e questo, come genitore, mi avvilisce e preoccupa molto.

Lei è un professore di filosofia, grande sostenitore della cultura. A Schio manca qualcosa in questo ambito?

Fin da subito è emersa la mancanza di un progetto di città da parte dell’amministrazione. Il protagonista del programma di mandato è stato l’horror vacui. Nel settore cultura non si è  mai citata la musica e non è emersa una strategia. Non si parlava dell’archeologia industriale e non c’era una prospettiva urbanistica per la città. Grazie anche a Variati nel Novembre 2014 Cariverona ha sbloccato il finanziamento per il Campus che aveva promesso già nel 2009. La miopia della visione della città emerge qui chiaramente: il Campus non è nemmeno citato nel programma di mandato e non è stato inserito nel piano delle opere. Verrà inserito solo nel prossimo consiglio comunale dimostrando che non faceva parte del loro progetto.

Ci sono alcuni punti nel settore Cultura che lei vorrebbe affrontare per modificare la situazione attuale?

Mi sembra che Schio oggi soffra di una tendenza all’isolamento. La città, ad esempio, non è più nella rete delle biblioteche della maggior parte dei Comuni dell’alto vicentino che hanno rifiutato la proposta regionale, ritenuta scadente. Schio non è interessata alla rete del teatro in casa e, a dire il vero, non capisco quale sia il motivo.

Ci sono dei temi sui quali ha già una strategia di lavoro?

Cercherò di impegnarmi perché la plumbea cappa di intolleranza che si è diffusa sul nostro territorio sia meno pervasiva. Io sono per la gestione e il governo dell’immigrazione e perché chi compie dei reati venga giustamente punito. Non sopporto però la xenofobia e la disumanizzante criminalizzazione della povertà. Molte delle associazioni del territorio sono indignate con il nuovo regolamento dei vigili che multa chi chiede la carità.

Le racconto un episodio che mi hanno riferito: una decina di giorni fa, una signora è andata al vecchio ospedale di Schio (De Lellis) e all’entrata c’era un mendicante che ha deciso di aiutare. Quando, dopo un’ora, è  uscita si è trovata davanti il furgone dei vigili con due agenti e un altro vigile con la 500. Così si è avvicinata agli agenti dimostrando la sua contrarietà per l’intervento. Loro, giustamente, hanno risposto: “noi ci limitiamo ad obbedire al regolamento, se è contraria scriva al Sindaco”. A questo punto dovremmo chiederci: possiamo permetterci di pagare tre vigili una mattina per multare un nullatenente che non pagherà mai la sanzione? Mi sembra un sacrificio economico eccessivo sull’altare del consenso populista, che tra l’altro impedisce ai vigili di occuparsi dei problemi più urgenti.

Altri temi che le stanno a cuore?

Seguo con interesse la questione ambientale e il tema rifiuti. Se, dopo i proclami, si procederà nell’impegno per aumentare la raccolta differenziata questo non potrà che trovare il nostro appoggio e il nostro sostegno. Questo era nel progetto di Tessiamo Schio.

Dario Tomasi è una figura politica di rilievo a Schio. Come si sente a ‘calzare le sue scarpe’?

Mi permetta poi di ringraziare Dario Tomasi. Una persona rara, con una preparazione ormai introvabile e un’onestà fuori moda. Una persona generosa che da sempre si è spesa senza riserve con un impegno decennale per la nostra città. Penso che tutti gli scledensi debbano ringraziarlo, lui è stato uno dei protagonisti della nostra storia, grazie alla quale si sono raggiunte delle eccellenze indubitabili. Io posso solo dire che farò del mio meglio.