“Questo teatro è nato all’inizio del Novecento su iniziativa di un gruppo di imprenditori. Noi abbiamo seguito la loro lezione e oggi abbiamo vinto la scommessa di riaprirlo, restituendo così alla città un luogo di cultura. Perché soprattutto in tempi di crisi fare cultura significa promuovere lo sviluppo.

Per questo: bentornato Teatro Civico”. Con queste parole il sindaco Luigi Dalla Via ha salutato sabato sera la riapertura del Teatro Civico, dopo il lungo e impegnativo percorso che ne ha segnato il restauro. “Oggi è una serata speciale per Schio. Siamo come chi, dopo una lunga salita, è arrivato in cima alla montagna e ora si gode il panorama: ed è un panorama eccezionale – ha detto dal palco Dalla Via -. Torniamo in questa sala dopo 50 anni e dopo un percorso di restauro lungo 10 anni, dei quali i primi 5 dedicati alla riflessione sul tipo di restauro e sul progetto e poi altri 5 anni di lavori. Anni che sono serviti per realizzare un progetto unico e partecipato che ci ha consentito di rendere funzionale alle esigenze del teatro di oggi una struttura di cent’anni fa, che ha così mantenuto intatto tutto il fascino che le deriva dal tempo e dalla sua storia. Abbiamo messo in campo un investimento importante, grazie anche al fondamentale contributo della Fondazione CariVerona e al sostegno del Ministero e della Regione. Non ci siamo mai fermati, nemmeno in questi ultimi anni difficili. L’abbiamo fatto con la convinzione che la cultura è un motore dello sviluppo. Ed è per questo che in questi anni abbiamo lavorato tanto per creare spazi adeguati, come il Fogazzaro e il Conte, ma anche per far crescere il contenuto di eventi, attività e proposte culturali. Da oggi il Teatro Civico torna alla città e sarà per Schio il luogo per eccellenza della cultura e dell’incontro. Il ritorno del Teatro Civico è per questo anche un segnale che ci fa guardare al futuro con maggiore speranza e forza”.

Il sindaco Luigi Dalla Via ha infine ringraziato i tanti che sono stati protagonisti del precorso di restauro, prima di lasciare spazio alle note dell’Orchestra dell’Accademia Musicale, diretta da Filippo Maria Bressan, con Domenico Nordio al violino, Maja Bogdanovic al violoncello e Pietro De Maria al pianoforte.

 

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