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Schio. Regionali. L’Indipendenza Veneta fa il pieno al Noris: ‘Ricorreremo alle vie legali’

La sala conferenze dell’Hotel Noris di Schio era pienissima in nome dell’indipendenza del Veneto. Un tema che ha coinvolto oltre 150 persone , davanti alle quali è stata presentata ufficialmente la lista che corre per le elezioni regionali del 31 maggio “Indipendenza Veneta”. E’ stata l’occasione per far conoscere i candidati al consiglio regionale per la circoscrizione di Vicenza, su tutti il nome storico dell’indipendentismo veneto Lucio Chiavegato, ormai volto noto nell’Alto Vicentino.

“Qui non esistono destra o sinistra. Non ci interessa di che estrazione politica siete, tutti abbiamo un solo obiettivo. Sono vent’anni che ci dicono che i problemi dell’Italia sono i 20.000 forestali della Sicilia, un modo come un altro per dire che la causa di tutta questa crisi in Veneto sono gli sprechi dell’Italia”. Ha dichiarato Chiavegato, aggiungendo che “ora il problema sono gli immigrati e la corruzione. E’ falso! Il problema siamo noi veneti, che ci lasciamo portare via il 70% delle tasse che paghiamo: 21 miliardi ogni anno. Dobbiamo fermare questo furto subito, dobbiamo svegliarci una volta per tutte e prenderci la nostra indipendenza”.

Prima dell’intervento del candidato presidente alla regione Alessio Morosin è intervenuto anche Alessandro Trentin, presidente dell’Associazione Piccoli Industriali Vicenza, che ha presentato la nuova applicazione per smartphone di Indipendenza Veneta, che aggiorna i militanti su tutte le iniziative indipendentiste e propone anche una sezione per l’autofinanziamento del movimento.

Ultimo relatore di serata è stato l’avvocato Morosin. “Da tanti anni ormai si sente parlare di federalismo in Italia. Ma vi posso dire, dato che è la mia professione, che lo hanno sempre fatto in modo giuridicamente scorretto. Non è federalismo vero quello che propongono. Tant’è che poi hanno corretto il tiro parlando di riforma dello stato in senso federale: la verità è che a nessuno interessa veramente una sua attuazione.” Morosin si è poi soffermato sulle differenze tra “Indipendenza” e “autonomia”, a suo dire discriminante fondamentale per differenziarsi dagli altri candidati. “I Veneti non vogliono autonomia. E non possono neanche averla: gli altri candidati, che si riempiono la bocca con cose del tipo più autonomia per i Veneti mentono: rispondono al partito a Roma, che non ha alcun interesse a fare queste concessioni. Noi siamo un movimento con un solo punto: l’indipendenza per vie legali e istituzionali, sfruttando il diritto sancito dall’ONU all’autodeterminazione dei popoli. Tutto il resto – ha concluso – verrà dopo il Referendum per l’indipendenza veneta, e fino ad allora la nostra unica battaglia sarà ottenere la votazione per decidere se rimanere in Italia o no, sulla scia di quanto fatto dalla Catalogna.”

Al termine della serata Morosin ha risposto ad alcune domande sulla sua lista.

Morosin, perché non corre assieme agli altri movimenti Indipendentisti (Busato, Guadagnini..)?

Perché loro cercano scorciatoie all’Indipendenza, gettando cattiva fama sul nostro desiderio di un Veneto stato autonomo. Noi sappiamo che è molto difficile, ma il nostro obiettivo è un percorso politico ed istituzionale che garantisca in modo inequivocabile che il Veneto può staccarsi dall’Italia e tornare alla situazione di totale autonomia. Non ci servono mezzucci o fumo negli occhi, ma tanto realismo.

In che percentuali il vostro programma di indipendenza si basa su presupposti storici ( i 1.100 anni di Repubblica Veneta) ed economici?

Mi sembra riduttivo dare percentuali ai due aspetti. La storia veneta è ultra millenaria, a dispetto della quale anche l’Italia impallidisce. Questo non può che essere una propulsione in più per rivendicare le nostre legittime ragioni, così come ha grande importanza l’aspetto economico, per fermare il furto del quale siamo vittime da troppo tempo.

Federico Pozzer