Annunciato appena tre mesi fa, è nato  con l’apposizione della firma di rito dei soggetti che lo costituiscono,  il Consorzio Forestale “Alte Valli Vicentine – Lessinia Orientale”. Si tratta di un ente che avrà il compito di gestire in modo organico i boschi di un’ampia fascia territoriale che va dalla Lessinia all’Alto Astico e conta  2.500 ettari di bosco: un patrimonio destinato ad aumentare con l’auspicato ingresso di altri soggetti pubblici e privati. È il primo Consorzio Forestale in Veneto.
Alla presenza dei soggetti firmatari dell’atto costitutivo, si è svolto Palazzo Festari di Valdagno l’incontro che ha siglato la partenza del Consorzio Forestale “Alte Valli Vicentine – Lessinia Orientale”. A riepilogare il percorso che ha portato a questo importante momento, Marco Grendele dello Studio Landes, un team di professionisti in campo ambientale incaricati dall’Unione Montana Pasubio Piccole Dolomiti, propulsore dell’iniziativa, di seguire il processo di costituzione del Consorzio.
Qualche mese fa era stato approvato il relativo Statuto, attraverso il bando SRG07 – CSR della Regione del Veneto per il periodo 2023/27. Il relativo stanziamento di progetto ammonta a poco meno di 150.000 euro. Lo strumento normativo del Consorzio Forestale prevede due tipologie: ad attività interna e ad attività esterna. Il consorzio in questione riguarda quest’ultima specie che di fatto è una struttura di diritto privato, con iscrizione al registro delle imprese e la possibilità di svolgere attività imprenditoriali.
L’ambito territoriale per definire il patrimonio boschivo del Consorzio è partito dal cuore della Foresta di Giazza, per arrivare alle foreste di proprietà pubblica di Recoaro Terme; è stata inserita tutta l’Unione Montana dell’Alto Vicentino, la Lessinia Orientale con estensione a una parte della Valle dell’Agno e il territorio dell’Unione Montana Alto Astico (quest’ultima per ora come territorio e non come ente). Un proprietario pubblico o privato può essere socio del Consorzio, se  dispone di aree boschive all’interno di questo ambito, cioè nei comuni di Altissimo, Arsiero, Cornedo Vicentino, Cogollo del Cengio, Crespadoro, Laghi, Lastebasse, Monte di Malo, Pedemonte, Piovene Rocchette, Posina, Recoaro Terme, San Vito di Leguzzano, Santorso, Schio, Tonezza del Cimone, Torrebelvicino, Valdagno, Valdastico, Valli del Pasubio, Velo d’Astico, e nei comuni veronesi di Badia Calavena, Selva di Progno e Vestenanova.
Gli attuali soci sono i seguenti:
Agenzia Veneta per l´Innovazione nel Settore primario, Comune di Recoaro Terme, Associazione Forestale Vicentina, Comune di Vestenanova, Comune di Crespadoro, Comune di Badia Calavena, Comune di Selva di Progno, Unione Montana Pasubio Piccole Dolomiti.
Le quote di bosco che i soci portano “in dote” vedono al primo posto l’Agenzia Veneta con 1381,24 ettari, seguita dal Comune di Recoaro con 695 ettari, dall’Associazione Forestale Vicentina (privati) con un potenziale di 300 ettari. A scalare, il comune di Vestenanova (1,07 ettari), il Comune di Crespadoro (0,95 ettari), il Comune di Badia Calavena (0,29 ettari) e il Comune di Selva di Progno (0,26 ettari)
La prima attività del Consorzio sarà quella di mettere a gestione imprenditoriale le risorse agro silvo pastorali. Quindi ci saranno una serie di filiere per quanto riguarda le varie attività. Ci sono già degli esempi nella Valle dell’Agno e del Leogra. Una forte richiesta viene espressa per la paleria sia da vigneto che da costruzione. Un’altra filiera è quella del cippato che probabilmente sarà la prima a partire, vista la presenza sul territorio di centrali a biomasse, e infine quella potenziale della carbonella.
Un altro sviluppo interessante è quello dei servizi ecosistemici. Infatti tra le molte azioni che l’Unione Montana Pasubio Piccole Dolomiti può avviare all’interno del progetto Green Communities finanziato con i fondi del PNRR, c’è quella di poter certificare la gestione forestale sostenibile delle foreste pubbliche e private dell’ambito interessato acquisendo i relativi crediti di carbonio.
Infine, in sinergia con le politiche territoriali in atto nel territorio delle Piccole Dolomiti, si potrà agire sulla protezione dal dissesto idrogeologico (per i tagli in alvei demaniali montani e pulizia margini stradali da vegetazione pericolosa), sulle energie rinnovabili e sulla gestione del patrimonio infrastrutturale (manutenzione viabilità agro-silvo-pastorale e gestione malghe).

Soddisfazione è stata espressa tra i presenti per l’obiettivo raggiunto che si pone come punto di partenza per altri ambiziosi traguardi. “È un accordo di grande portata” ha dichiarato senza nascondere il proprio entusiasmo Carlo Bettanin, presidente uscente dell’Unione Montana Pasubio Piccole Dolomiti “C’é stato un grande lavoro dietro e tutti, professionisti, sindaci, rappresentanti a vario titolo, abbiamo creduto fermamente a questo strumento. Mi piace sottolineare quanto il Consorzio sia riuscito a mettere insieme: soggetti pubblici e privati, attività composite e integrabili e non da ultimo, soggetti e risorse delle due importanti province di Vicenza e Verona”.

Il Consorzio avrà sede a Schio  nei locali dell’Unione Montana Pasubio Piccole Dolomiti, che si occuperà, nello svolgersi del progetto in fase di richiesta finanziamento, della parte amministrativa e gestionale. L’adesione al Consorzio comporta una quota di accesso di 300,00 euro e sarà poi dovuto annualmente un contributo ordinario, il cui ammontare sarà deliberato dall’Assemblea, su proposta della Commissione Amministratrice contestualmente all’approvazione del Bilancio Preventivo.
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