‘Cinque anni fa eravamo vicini al cambiamento perché l’allora nostro candidato Valter Orsi perse per circa 200 voti. Ora potremmo essere alla svolta, ma è necessario che il centro destra si riorganizzi. Noi siamo disposti a qualsiasi tipo di alleanza. Abbiamo un candidato sindaco, ma siamo pronti a fare un passo indietro qualora la coalizione di cui faremmo parte ne avesse uno da proporci’.
Questo è quanto emerso stamattina, nel corso della conferenza stampa nella sede scledense della Lega Nord, dove è stato presentato il nuovo segretario Mario Pegoraro. C’era anche Alessandro Gori: sarebbe lui il candidato sindaco del Carroccio, ma al momento non c’è ufficialità perché sulla scacchiera delle amministrative, i giochi non sono pronti. Per nulla disposta ‘a perdere a tavolino’, la Lega dichiara che gli scledensi sono non solo stanchi di decenni di governo del centro sinistra, ma che sarebbero proprio al livello di guardia.
Alla domanda sugli otto mesi di commissariamento, dopo la perdita di ‘pezzi importanti’ della Lega scledense, Gori, Pegoraro e Dalla Vecchia hanno tirato fuori il nome di colui che se non se ne fosse andato, sarebbe rimasto il loro leader indiscusso: Valter Orsi. ‘ Ho parlato con lui di recente – ha detto Pegoraro – lui rappresenta la nostra vera perdita e siamo disposti a dialogare con lui e con tutte quelle parti del centro destra che dovrebbero unirsi per fronteggiare un centro sinistra che rischia di vincere ancora. Schio perderebbe l’opportunità di passare alla svolta’.
‘Come imprenditore e consigliere comunale ho cercato più volte di far sentire la voce di una fetta di Schio, che sembra essere destinata a subire in silenzio. L’ho fatto con la richiesta dei parcheggi gratis a Natale per andare incontro ai commercianti. – ha continuato Dalla Vecchia – L’abbiamo fatto con le tasse sugli immobili redditizi. Ci è stato risposto sempre di no. Non capiscono che oggi, non esiste più la lotta tra operi e capitalisti. Gli imprenditori sono in difficoltà e se lo sono loro, lo sono anche i loro operai. Se mancano forze ai datori di lavoro, i loro dipendenti ne fanno le spese’.
N.B.