Non ha nemmeno avuto il tempo di prendere in mano il microfono che ha ricevuto una ‘standing ovation’.
Meglio di Bruce Springsteen a Schio c’è il sindaco Valter Orsi che ieri, sostenuto da Noi Cittadini, Veneto Stato, SchioDando, Casa Pound e Prima Noi, ha portato in piazza circa trecento persone al grido di ‘No profughi all’Eden.
Un invito che era stato lanciato nei giorni scorsi e diffuso via social network dai ‘fans’ di Orsi, che non se lo sono fatti dire due volte e con tanto di bandiere e megafoni ieri si sono piazzati sotto il palco del loro leader per sostenere le sua posizione.
“Sì al diritto internazionale ma con regole precise, sì agli aiuti agli italiani, no al mercato di esseri umani, no alla violenza del governo, no alla trasformazione dell’Eden in un centro di accoglienza’. Questi i punti cardine della serata, alla quale hanno partecipato anche rappresentanti di altre amministrazioni comunali. Emanuele Boscoscuro, Gildo Capovilla e Claudio Guglielmi, rispettivamente sindaci di Torrebelvicino, Cogollo del Cengio e Valdastico, hanno infatti dato pieno sostegno al collega scledense.
E’ di poche settimane fa la notizia che l’Hotel Eden di Schio, grazie ad un accordo tra la proprietà e la Prefettura di Vicenza, ospiterà alcuni richiedenti asilo. Come già avviene in molti casi, se un privato prende accordi direttamente con il governo centrale, può scavalcare il comune e destinare il suo immobile ai migranti. Per questo l’Eden, da tempo chiuso e inagibile, è in fase di ‘restauro’ e i
sostenitori di Orsi già ci vedono un centro di accoglienza. “Faremo di tutto per non dare l’agibilità”, è la promessa del primo cittadino, che ritiene assurdo essere scavalcato dagli accordi tra Prefetto e privati in un argomento così delicato.
A dare man forte a Orsi sul palco, una delegazione di regolari immigrati senegalesi il cui rappresentante, Omar, ha spiegato che l’immigrazione in atto in Italia danneggia anche chi, come loro, è arrivato in modo legale anni fa, ha sempre rispettato le regole, trovato lavoro e costruito una famiglia. “Abbiamo anche noi difficoltà con gli stranieri che non rispettano le norme – ha spiegato Omar – Qui non esiste il razzismo, sono grato a Schio, al vicentino e a Valter Orsi perché qui ho potuto rifarmi una vita”.
“Chi ci governa vuole la lotta tra bianchi e neri – ha esclamato dal palco Alessandro Maculan, capogruppo di Noi Cittadini – L’accoglienza gestita dal governo è sbagliata perché distrugge lo stato sociale. E’ giusto aiutare chi ne ha bisogno e non fare accoglienza indiscriminata, perché così si rischia di annientare il paese”.
Applausi per tutti, ma quando è stato il turno di Orsi dalla platea si è alzata una vera e propria standing ovation. “Lo stato parla di emergenza ma non dichiara lo stato di emergenza, perché questo significherebbe prendersi in carico direttamente i migranti – ha spiegato il sindaco – Così facendo invece li scarica sui comuni, che rischiano di trovarseli in carico ai servizi sociali nel giro di qualche mese. E’ lecito parlare di accoglienza quando le persone fuggono da discriminazioni politiche, sessuali e religiose – ha continuato – ma se questi presupposti non ci sono, non si può parlare di profughi, ma semplicemente di emigranti”. Concetti che da tempo si ripetono a Schio, ma che riescono sempre a colpire le masse, alle quali non piace questa gestione dello ‘straniero’. Naturalmente non sono mancate le accuse al governo che gestisce male la faccenda immigrazione, alle cooperative che fanno soldi sulla pelle di esseri umani che fuggono dalla guerra (anche se per molti in tanti scappano solo in cerca di un futuro migliore) e in realtà si trovano in un business ‘tritacarne’. Accuse alla politica dell’accoglienza, che foraggia il mercato delle vite umane a discapito dell’essere umano e lascia intendere che ci sia possibilità di integrazione a persone che a malapena parlano la loro lingua.
Trecento persone ieri hanno dato pieno sostegno a Orsi e lui, nonostante in molti gli rimproverino di essere il ‘sindaco di tutti, anche di chi la pensa in modo diverso’, va avanti per la sua strada coinvolgendo i suoi seguaci in prese di posizione volte a sensibilizzare chi sta in alto, prefettura e governo in questo caso.
Tra la folla, tante le dichiarazioni: “Da 3 anni il governo agisce senza chiedere nulla ai cittadini – ha detto Andrea Tassotti, operaio di Magrè – Vorrei facessero un referendum sull’immigrazione. Qui siamo di fronte alla tratta di esseri umani”. “I cittadini devono rivoltarsi e prendere coscienza”, ha sottolineato il leghista thienese Giovanni Signorini, a cui ha fatto eco Alberto Zannini, architetto di Thiene ed ex amministratore nella giunta Busetti: “La gente si renderà conto quando cominceranno a sequestrare gli appartamenti sfitti”. “Si specula sulla disperazione – ha commentato Aldo Munarini, assessore allo Sport nel comune di Schio – Per fare accoglienza servono locali a norma e un’organizzazione impeccabile”.
Non è mancato chi ha poi parlato di dittatura, non sapendo forse, che i migliori dittatori vietano Facebook, Twitter, palcoscenici e microfoni. A paragonare il governo attuale a quello di Benito Mussolini, Mao Tse-Tung o Kim Jong-un, sul palco ci ha pensato Domenico Storti di Veneto Stato, sostenuto da gran parte dei presenti. Con buona pace di Enrico Mentana, che qualche giorno fa, a uno che gli ha chiesto “Ma della nostra dittatura non ne parla mai? Ma dove c…o vive?”, il noto giornalista aveva risposto: “In Italia, dove perfino lei può dire la sua con così spiccata lucidità e profondità di analisi”.
Anna Bianchini