L’interrogazione portata in aula da Carlo Cunegato, consigliere di Tessiamo Schio, spacca la minoranza e la vicenda assume risvolti penali.
“L’interpellanza finita sui giornali, con dettagli che riportano contenuti delicatissimi di atti secretati, ha mandato in fumo un blitz antidroga che avrebbe assicurato alla giustizia degli spacciatori, abitualmente all’opera alla ‘Valletta’”.
L’ha dichiarato il sindaco di Schio Valter Orsi, dopo avere risposto a Cunegato che, durante il consiglio comunale, gli aveva chiesto di dare di conto alla città in merito all’operazione antidroga che aveva portato alla denuncia di una 15enne, trovata in possesso di ovuli di sostanza stupefacente.
Notizia falsa, secondo Cunegato, che aveva la finalità di screditare gli immigrati presenti in città. Notizia che secondo il consigliere stesso avrebbe dei lati oscuri, dato che anche a Tonezza si sarebbe verificato lo stesso identico sequestro di stupefacente. “Come fa Cunegato a conoscere i particolari delle operazioni antidroga che si registrano nell’alto vicentino, sui quali c’è il segreto istruttorio?”, ha chiesto il primo cittadino Orsi, invitando l’esponente di Tessiamo Schio ad indicare la fonte che gli ha rivelato dettagli d’indagine che nemmeno gli amministratori possono conoscere.
Cunegato ha insistito con l’interrogazione, chiedendo una verità che il sindaco di Schio ha spiegato più volte, non essere a disposizione della politica, dato che le indagini di polizia giudiziaria sono tutt’altro.
“Un sindaco conferisce un mandato fondato sulla fiducia alla polizia locale, ma non può e non deve entrare nel merito dell’attività investigativa, che compete esclusivamente alla magistratura. Qui il punto è che è stata messa in moto la macchina del fango nei confronti della polizia locale, che in questi anni ha fatto un lavoro che questa amministrazione, assieme all’intera città, riconoscono. Che vi siano degli immigrati dediti allo spaccio di stupefacenti – ha continuato Orsi – Ne è a conoscenza persino il Prefetto, al quale ho inviato diverse lettere per denunciare la problematica che affligge Schio. Se ora Cunegato vuole mettere in dubbio anche la parola del Prefetto, faccia pure, ma qui è ora di assumersi le responsabilità di quanto si sostiene. Cioè ora il consigliere faccia il nome di chi gli ha fornito dettagli contenuti in atti segreti, che lo hanno portato ad attaccare la polizia locale ed il suo operato”.
Il colpo di scena si è registrato quando Orsi ha concluso rivelando ai numerosi presenti della sala consigliare che la querelle politica, con tutto il polverone mediatico e sui social, ha impedito una grossa operazione antidroga in Valletta, dove era prevista la presenza anche della polizia di Stato, che aveva predisposto il blitz. Un danno alle indagini che avevano a che fare proprio con la denuncia di quella 15enne, finita e rifinita sui giornali, prima per la notizia di cronaca per il possesso di stupefacenti e poi per l’interrogazione di Cunegato.
Due esponenti del Pd si dimettono
La vicenda sollevata da Carlo Cunegato, a questo punto, avrà sicuramente un seguito con l’inchiesta aperta dalla Procura di Vicenza, ma ha investito anche gli scranni della politica scledense. Sarebbero due, secondo quanto trapelato tra i corridoi del Municipio, gli esponenti del Partito Democratico che si sono dimessi per dissociarsi da una storia dalla quale vogliono prendere le distanze. A scatenare il dissenso, tra le fila della minoranza, sarebbe stata l’interrogazione presentata nei giorni scorsi dal capogruppo Giovanni Battistella, che aveva solidarizzato col collega Cunegato. Questo non sarebbe andato giù ad alcuni colleghi, che non approverebbero la vera e propria guerra nei confronti della polizia locale.
La testardaggine di Cunegato
Un Cunegato che ha letto un’interrogazione diversa da quella iniziale, quello che si è presentato in aula consiliare a Schio. Un consigliere al quale il sindaco ha detto di vergognarsi, ma che probabilmente non si è reso conto della gravità delle sue accuse. Accuse che probabilmente dovevano rimanere sullo sfondo politico, ma che hanno valicato un limite che probabilmente nemmeno lo stesso Cunegato avrebbe mai pensato di superare.
Forse Cunegato avrebbe dovuto sì scrivere un’interrogazione, per chiedere di risolvere i dubbi che lo attanagliavano, ma mantenendola all’interno delle sedi istituzionali. Portare quei dubbi sui social, ha scatenato l’inferno. Con utenti di facebook, in particolare modo, che hanno iniziato a screditare la polizia locale. Una gogna mediatica che poi Cunegato non è più riuscito ad arginare.
Un qualcosa che gli è sfuggito di mano, che ha portato in aula lo stesso Comandante Giovanni Scarpellini coi suoi colleghi più fidati, visibilmente risentiti per quanto stava accadendo attorno a loro.
di Redazione AltovicentinOnline