“In questo periodo sono state avanzate varie ipotesi. Ma nessuna prevedeva che la Fabbrica Alta tornasse ‘a lavoro’. Noi, invece, abbiamo raccolto diverse manifestazioni di interesse di imprese e società, abbiamo studiato e conosciuto da vicino alcuni modelli virtuosi. E per questo, quando diciamo che la Fabbrica Alta tornerà al lavoro, non esprimiamo un desiderio, ma un obiettivo concreto. Non facciamo una promessa elettorale, ma diamo un annuncio”. Lo dice il candidato sindaco di Schio, Cristiano Eberle, parlando della riqualificazione della Fabbrica Alta, l’ex lanificio Rossi, uno dei punti principali del suo programma elettorale con cui si presenterà alle elezioni Comunali dei prossimi 8 e 9 giugno 2024.
“La valorizzazione produttiva della Fabbrica Alta, storia e cuore di Schio e dell’Altovicentino – prosegue Cristiano Eberle – rappresentano un cambio di passo straordinario, con ricadute urbanistiche, industriali, sociali e culturali. Uno spazio che, connesso al Lanificio Conte, all’Asilo Rossi come casa della Musica, al giardino e teatro Jacquard, ridia vita al cuore pulsante della città”.
Il progetto ambizioso intende unire le forze di pubblico e privato per poter riaprire i cancelli della storica area industriale scledense, integrando spazi residenziali a spazi verdi, e trasformando la Fabbrica Alta in un incubatore d’imprese e di imprenditoria giovanile. L’idea è anche quella di recuperare l’edificio e trasformarlo in luogo dedicato alla cultura e alla memoria storica, valorizzando l’inestimabile valore per poter allestire esposizioni artistiche legate al design e alla storia del tessuto.
Le offerte di collaborazione sono già sul tavolo, assicura il candidato sindaco di Schio: “Nei mesi scorsi abbiamo visitato un antico cotonificio in un piccolo paese del comasco. Una realtà fatta di decine di imprese innovative, con più di mille addetti con un’età media 34 anni. Questa realtà sta facendo fiorire simili iniziative ad Ivrea, nell’ex Olivetti, a Novara, nella ex De Agostini, ad Ascoli. Ed è interessata ad investire le proprie risorse nell’Alto vicentino, a Schio, nella Fabbrica Alta”.