Sono sei, un intero nucleo familiare, i profughi Afghani, che verranno ospitati a Schio. Come Thiene e altre realtà vicentine, anche il comune più grande dell’Altovicentino farà la sua parte e mentre a Thiene tutto scorre liscio, a Schio c’è chi storce il naso dinanzi alle parole di presentazione del sindaco Valter Orsi, che ieri sera, ha convocato capigruppo di maggioranza e opposizione d’urgenza. Il primo cittadino ha voluto illustrare il piano che prevede l’alloggio nei centri d’accoglienza straordinaria gestiti dalla Prefettura. Ad insorgere per le parole di Orsi è stata la consigliera del gruppo Misto Marura Fontanache ha notato che il sindaco ha tenuto a precisare che le sei persone accolte a Schio sono ‘istruite’. ‘Lo ha ripetuto tre volte, come se ci fossero profughi di serie A e serie B. Una sottolineatura sgradevole, come se la vita di un disperato senza titoli di studio valesse meno’.
Cioni: ‘Doveroso accogliere’
“Non ho sollevato nessuna critica – spiega dal centro destra il capogruppo di SchioCittà Capoluogo in Consiglio comunale Alex Cioni -, ritenendo doveroso aprire le porte a delle persone che hanno lavorato con noi durante i lunghi anni della missione italiana ad Herat. Piuttosto – ci ha tenuto a precisa il consigliere – abbiamo ancora troppi falsi profughi africani che continuano a bivaccare in giro per Schio e altri temo ne arriveranno”.
Per il consigliere comunale ed esponente del direttivo provinciale di Fratelli d’Italia “è evidente che un conto è aprire le porte a chi ha lavorato con noi, altra cosa è prendersi in carico tutti coloro che vogliono abbandonare l’Afghanistan. Non è possibile. Il rischio di partire con un’emergenza umanitaria per finire con un’emergenza migratoria diventerebbe più che reale. L’Europa, e l’Italia dal canto suo, devono veicolare in tal senso messaggi chiari. Dopodiché, nemmeno i corridoi umanitari possono essere una soluzione praticabile. Piuttosto aiutiamo in quest’opera di accoglienza i Paesi limitrofi all’Afghanistan. A meno che non siano gli Stati Uniti a farsi carico pienamente di questa operazione in casa propria, visto che solitamente chi rompe un vaso poi paga e si dovrebbe portare a casa pure i cocci”.
di Redazione AltovicentinOnline