Che fine fanno i profughi che transitano da Schio? E’ la domanda che sorge spontanea dopo che ieri il comitato PrimaNoi ha ricevuto i dati ufficiali del Comune circa le presenze dei rifugiati ospitati nella città più grande dell’alto vicentino.
Centocinquantotto quelli dichiarati, di cui quaranta risultano ‘uccelli di bosco’ e ben tredici assenti. Nei mesi scorsi, parecchi, Alex Cioni in qualità di leader del comitato, aveva chiesto con tanto d’istanza protocollata quali fossero i numeri degli immigrati ospitati da Schio. Il tutto mettendo in conto che, certi soggetti, potrebbero essere entrati in circostanze di clandestinità.
Finalmente la risposta è arrivata. Secondo quanto emerge dai registri anagrafici i richiedenti asilo, al 31 gennaio scorso, sono passati da 200 a 158 effettivi. Per 40 di questi è stato emesso un avviso di irreperibilità, a 13 ‘di non presenza’.
“Da Palazzo Garbin non sanno dire se la chiara diminuzione dei profughi sia dovuta all’accettazione o meno delle domande d’asilo – spiega Alex Cioni -I centri di identificazione ed espulsione risultano inefficaci e buona parte di questi stranieri potrebbero fare parte di quegli immigrati che arrivano senza permesso di soggiorno. Abbiamo le cifre dei richiedenti asilo ospiti in città, ma non abbiamo dati sui soggetti coinvolti in indagini che hanno a che fare con la criminalità”.
Dalle pagine de Il Giornale di Vicenza Silvio Bazzara, presidente della cooperativa ‘ConTe’ fa sapere che: “A Schio non esiste una struttura di prima accoglienza, quindi quando i richiedenti asilo arrivano lì il loro iter è praticamente già a metà strada. In sostanza, il calo dei numeri è dovuto alla fine del percorso di protezione a cui sono sottoposti i ragazzi accolti. Alcuni ricevano risposta positiva, altri negativa, ma in ogni caso non hanno più ragione di stare negli apparentamenti del Comune. Innegabile ci sia anche una componente minoritaria, che una volta ottenuti i documenti, esce volontariamente dal programma”.
di Redazione AltovicentinOnline