La cittadinanza onoraria ai figli degli extracomunitari non si deciderà questa sera. Il Consiglio rinvia la questione in prima e quarta Commissione (Affari Generali e Sociale) e pur di raggiungere il suo obiettivo la maggioranza si dice intenzionata a cambiare lo Statuto, che è in contrasto con la proposta. E’ un Consiglio Comunale al fulmicotone quello che si sta svolgendo a Schio e che ha portato minoranza e maggioranza a discutere fino a sospendere il punto 6 dell’Ordine del Giorno: il conferimento della cittadinanza onoraria ai figli degli extracomunitari. Le 2 ali del Comune si sono spaccate nettamente sull’argomento, che da giorni si discute ovunque, dal bar sotto casa al bagno dell’ufficio.
Nell’attesa di sapere se o quando i minori di Schio avranno gli onori della comunità, riportiamo i commenti di alcuni cittadini che si sono espressi sull’argomento.
Alessandra Rumere, 43 anni, impiegata, ha spiegato: ‘Se ci fosse un caso di emergenza scolastica o sanitaria per i figli degli extracomunitari, lo potrei anche capire. Ma non è assolutamente così perché la legge nazionale garantisce ai bambini stranieri tutela pari a quelli italiani. Io sono a favore del Sociale ma in questo caso non vedo proprio la necessità sociale di fare un gesto che va contro la legge e che fa sembrare i minori italiani dei soggetti di serie B rispetto agli stranieri’.
Secondo Ivana Zocca, 45 anni, imprenditrice, non c’è nessun nesso umanitario o di beneficio nel dare la cittadinanza onoraria ai figli di extracomunitari. ‘Come cittadina italiana e come donna residente a Schio – ha sottolineato – mi sento fortemente presa in giro dalla nostra amministrazione. Io credo si tratti solamente di una manovra politica per ottenere cinquemila voti alle elezioni. Il titolo in questione dovrebbe essere dato per merito a chi ha saputo eccellere. Anche i nostri figli dovrebbero ricevere la cittadinanza onoraria. Ci sono famiglie italiane che vivono nella precarietà, nell’impossibilità di far studiare i figli se non addirittura di farli mangiare. Perché non cercare di migliorare queste famiglie e poi di conseguenza aiutare gli extracomunitari? Perché non cercare i voti dei cittadini italiani?
Sonia Dal Bosco, 58 anni, operaia, ha detto: ‘Sono una mamma e per me i minori vanno al primo posto. Ma non vedo nessun caso di emergenza che giustifichi queste perdite di tempo e di energia, Ci sono discorsi ben più seri ed urgenti da affrontare, anche perché se non esiste una rete economica, con che cosa si sostengono le spese del Sociale?’
La questione è stata sottoposta al vaglio anche ai presidenti di categoria Confartigianato e Ascom di Schio, perché quando si parla dell’argomento ‘cittadinanza agli stranieri’ a Schio la risposta degli intervistati porta sempre alla stessa domanda: ‘Perché l’amministrazione spende le sue energie su questo tema invece di rimboccarsi le maniche per dare una mano ai suoi cittadini e alla situazione lavorativa che peggiora ogni giorno di più?’
‘Ci sono priorità più importanti in questo momento – ha commentato Nerio dalla Vecchia, presidente Confartigianato di Schio – e devono coinvolgere anche gli italiani. Senza economia non ci si può permettere di essere solidali. Per essere solidali bisogna prima salvaguardare l’economia, che è la base per sostenere il Sociale’.
Anche secondo Guido Xoccato, presidente Ascom di Schio, la questione non è così urgente. ‘La necessità è far ripartire l’economia locale (e poi nazionale) – ha commentato – Se il Comune vuole portare avanti questo tema è libero di farlo ma non è una priorità evidente. Si stanno facendo le corse per decidere su un argomento che è delicato e andrebbe discusso e valutato cin un ragionamento approfondito e studiato’.
Anna Bianchini