AltoVicentinOnline

Sarcedo e consumo di suolo in zona Villa Capra Bassani

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO da Associazione bassanese per il RIspetto Ambientale A.RI.A bassanese

Ancora un territorio a rischio. Ancora un appezzamento di verde, a vocazione agricola, nel mirino di alcune aziende industriali che, sfruttando la Legge Regionale 55/2012 e quindi una richiesta di variante attraverso lo Sportello Unico per le Attività Produttive, cercano di saltare su uno degli ultimi (si spera) treni in partenza, con destinazione “Consumo di Suolo”.
Potrebbe essere il preambolo della trama di un film catastrofista, come andava di moda qualche anno fa (ora non servono nemmeno le finzioni cinematografiche, che gli effetti dei cambiamenti ce li abbiamo sotto agli occhi quotidianamente), ma non è così.
La vicenda è molto più concreta e reale e riguarda il Comune di Sarcedo che, attraversato dalla Superstrada Pedemontana Veneta, è oggetto di interessi espansionistici in un’area agricola vicinissima a Villa Capra Bassani, dimora settecentesca di gusto neoclassico.
Lunedì 31 agosto abbiamo partecipato, come uditori, al Consiglio Comunale di Sarcedo, dove si discutevano due mozioni, una presentata dall’opposizione e una dalla maggioranza. La prima chiedeva conto e risposta alla petizione lanciata dal Comitato Villa Capra/Astico – NO quinta zona industriale a Sarcedo, il quale, raccolte 817 firme presentate in data 24 maggio 2023, ancora attendeva un esito rispetto alle
considerazioni articolate e indirizzate all’attenzione di Sindaco, Giunta e Consiglieri tutti.
Di fronte a questo silenzio, il gruppo Vivere Sarcedo – Lega, ha provocato un consiglio comunale ad hoc affinché questi si esprimesse in maniera chiara rispetto alla petizione del Comitato e quindi anche alla richiesta di variante al piano urbanistico presentata da una società di Breganze, per l’area agricola di sua proprietà ubicata in Via Villa Capra di Sarcedo e corrispondente all’ex cava Casoni, da poco ripristinata con il riporto di milioni di metri cubi di materiale proveniente dai lavori della SPV e finalmente ritornata ad uso agricolo produttivo.
La seconda mozione, quasi a risposta della prima, è stata presentata da parte del gruppo di maggioranza Sarcedo in comune con oggetto l’approvazione dei criteri generali di orientamento dell’azione della Giunta comunale nelle valutazioni di competenza in ordine alle istanze di variante urbanistica ai sensi dell’Art. 3, 4 e 5 della Legge regionale n.55/2012.
La discussione è stata animata, sentita, a volte accompagnata anche dal mormorio, subito richiamato, del pubblico nutrito che ascoltava i lavori dei consiglieri.
In linea generale le richieste prese in esame, potrebbero ricordare altri tentativi di edificazione in aree agricole che la nostra Associazione ha seguito recentemente; per tale motivo abbiamo deciso di pubblicare alcune riflessioni al riguardo, ampliando lo sguardo a tutto il territorio che ha subito la ferita della SPV e che, come purtroppo avevamo in qualche modo preannunciato, si trova a difendere i campi, il suolo e il patrimonio verde dai continui assalti del cemento.
Come per il recente caso bassanese, la discussione si è protratta fino a tardi, non si sono fatte le ore piccole, ma il problema, molto sentito, è stato rimbalzato tra le due compagini del consiglio per almeno un paio di ore.
Il risultato? La mozione della maggioranza (ad esclusione di un Consigliere dichiaratamente contrario e in controtendenza rispetto al gruppo di appartenenza) è stata approvata, mentre la richiesta dell’opposizione non è passata.
Interessante la dichiarazione di voto del Consigliere Castello del gruppo di maggioranza, il quale ha spiegato che non era ancora giunto il momento di esprimersi da parte del Consiglio, poiché non terminate le conferenze dei servizi e quindi si deve attendere il parere tecnico degli addetti ai lavori e che, sic rebus stantibus, il giudizio del gruppo di maggioranza sarebbe stato negativo.
Per contro, il gruppo Vivere Sarcedo – Lega sostiene che nemmeno doveva partire l’iter se realmente il Comune non avesse avuto l’intenzione di prendere in considerazione le richieste della società privata.
Al di là della dialettica e del confronto politico, ciò che impariamo da questa vicenda è che tutto il territorio che è investito dalla SPV è in continuo rischio di consumo.
Anche se il terreno è agricolo e non contiguo ad esistenti Zone Agricole Industriali (ZAI).
Anche se da poco riqualificato e tornato all’agricoltura, dopo essere stato sfruttato come cava per 40 anni.
Anche se il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) vieta nuovi insediamenti industriali a spot.
Anche se il PATI (Piano di Assetto del Territorio Intercomunale) redatto dai Comuni di Breganze, Calvene, Fara Vicentino, Montecchio Precalcino, Lugo di Vicenza, Salcedo, Sarcedo e Zugliano, in co pianificazione con Regione Veneto e Provincia di Vicenza, già prevede e ben individua tre nuove aree per Insediamenti Produttivi Intercomunali, in aderenza ad altrettante ZAI esistenti, ritenute le sole potenzialmente ampliabili tra le tante presenti nel PATI, poiché ben strutturate e collegate alle infrastrutture viarie esistenti.
Anche se una sola approvazione di questo tipo costituirebbe a tutti gli effetti un precedente pericoloso, che potrebbe portare a un domino di colate di cemento. Anche se un gruppo politico eletto, nel proprio documento programmatico, aveva chiaramente dichiarato un impegno strenuo per la difesa del territorio e del verde.
A.RI.A bassanese esprime vicinanza e solidarietà al Comitato Villa Capra/Astico – NO quinta zona industriale a Sarcedo e si unisce alla richiesta di fermare tale rischioso progetto per il vero bene comune.