“Santorso è come un diamante grezzo. Non ancora completamente brillante, ma c’è, è lì. Per la qualità del territorio e delle persone. Noi ne siamo convinti. E abbiamo uomini e idee per farlo finalmente brillare”. Andrea Pozzan, 48 anni, laurea in filosofia, specializzato in formazione del personale e risorse umane, si riaffaccia
alla politica dopo dieci anni di assenza. Capogruppo di maggioranza dal 1995 al 2004, torna oggi alla guida di una lista civica che nel nome contiene non una promessa, ma un’affermazione: “Santorso vale!”, con il punto esclamativo a sottolineare l’intensità, la passione, l’entusiasmo con cui questo gruppo sta affrontando la sfida delle prossime elezioni amministrative.
Dieci anni lontano dalla politica. Come mai ha deciso di tornare?
“Perché quando arriva una chiamata bisogna dare una risposta. La prima, istintiva, è stata no. Poi però ci rifletti, ti rendi conto che la nostra generazione sta rischiando di passare la mano senza aver preso una responsabilità, bloccata prima dai più vecchi, scavalcata ora dai più giovani. Così il no è diventato un po’ più sì. E poi l’affetto che mi lega a questo paese… Santorso è veramente un posto privilegiato. E poi quando mi hanno detto che avrei avuto mano libera nella scelta della mia squadra ho deciso di accettare”.
Che squadra siete? Nel senso, come vi collocate politicamente?
“Non abbiamo etichette, non vogliamo etichette. Io ho una formazione, e un passato, che può essere identificato come l’antesignano di quello che fu l’Ulivo. Poi ci sono persone nelle liste di ‘Santorso vale!’ che si riconoscono più in una generica area di centrodestra. Insomma, esperienze diverse per una matrice comune: il bene di Santorso. Io bado alla qualità delle persone, alle idee. Le appartenenze m’interessano poco”.
Niente etichette, d’accordo. Possiamo però parlare di area moderata?
“Sì, possiamo”.
Lei, Pozzan, tiene molto a rimarcare distanza dai partiti…
“Sì, ma soprattutto perché sono convinto che nelle piccole realtà, come Santorso, le persone contino assai più delle appartenenze. Volevo distaccarmi dal solito cliché di contrapposizione destra-sinistra. Valutateci per le nostre qualità, per le nostre idee”.
Ok, parliamo di idee.
“Tre parole chiave: valorizzare, promuovere, innovare. Valorizzare nel senso di migliorare qualcosa che già esiste portandolo al massimo del suo potenziale. Promuovere vuol dire far conoscere dentro e fuori il paese tutte le risorse e le opportunità di Santorso, massimizzando la ricaduta sociale ed economica a vantaggio di tutti. Infine innovare significa partire da quanto di buono è stato fatto finora, innestando una marcia in più e facendo cose nuove in modo diverso”.
Suo principale competitor è Franco Balzi, l’erede “naturale”, per così dire, del sindaco uscente Menegozzo…
“E’ lui che si definisce così… ma ci sta, è il gioco delle parti. Ho letto con attenzione l’intervista che ha recentemente rilasciato a Thiene on line, lui parla di ‘solco’, di continuità. Io credo che il solco sia una buona cosa in un periodo di stabilità, ma che sia invece assai pericoloso in un periodo di così grandi cambiamenti come quelli che stiamo vivendo. Un grande rischio. E la nostra prospettiva non è rinnegare, ma dare risposte nuove a un disagio che mai è stato così esteso”.
E quali sono queste risposte nuove?
“Lo sviluppo. Il primo problema è il lavoro, qui come altrove. E non basta immaginare interventi per curare le ferite, ma bisogna invece creare le condizioni per uno sviluppo economico basato sull’eccellenza che possa riattivare le risorse necessarie per uscire dalla crisi. Uno sviluppo che, quindi, ha anche valenza sociale”.
Va a sfidare Balzi proprio sul sociale, il suo terreno…
“Il sociale è una priorità assoluta. Noi però vorremmo cambiare approccio. Non ci piace molto questa tendenza assistenzialistica, noi ti diamo tot, tu fanne quello che vuoi. Noi proponiamo invece che chi riceve un aiuto dall’amministrazione possa in qualche modo restituire alla collettività quanto ricevuto in termini di tempo e di disponibilità. Ciascuno come può, in qualsiasi forma possibile”.
Pozzan, lei tra i vari hobby ha anche quello della scrittura. Recentemente ha anche pubblicato un romanzo: c’entra la politica?
“No, assolutamente. E’ il racconto di un’esperienza umana, come affrontare il proprio futuro, il proprio destino, con coraggio. Pensi, s’intitola ‘Dove sarò domani’, un titolo che magari sarà profetico”.
Per concludere, così a pelle, che sensazioni ha per il 25 aprile? Come andranno queste elezioni?
“Abbiamo cominciato questa gara con un pronostico certo, scontato. Ora ce la stiamo giocando. E secondo me la partita finirà al quarto minuto di recupero…”.
di redazione Thiene on line
