Una Sanità locale che da eccellente sembra essere appesa ad un filo, una Ulss che era stimata e apprezzata, che si trova ad essere sulla bocca di tutti per lungaggini improponibili e carenze da terzo mondo, ospedali nuovissimi e costosissimi che appaiono come ‘scatoloni da riempire’ e la consapevolezza che, se ancora qualcosa funziona, è solo per la dedizione dei medici e del personale sanitario che hanno fatto del loro lavoro una missione.
“Cominciamo chiedendo conto ai consiglieri e agli assessori regionali uscenti che si stanno per ricandidare – ha commentato il sindaco di Schio Valter Orsi – Loro c’erano quando è iniziata la riforma della Sanità veneta e ci sono anche oggi. Non hanno mosso un dito e ora stanno per tornare a chiedere voti”.
Orsi, ma non è l’unico, non si capacita di come sia stato possibile che, da rappresentanti sindacali del popolo i sindaci si siano trovati spalle al muro, esautorati di qualsiasi ruolo e responsabilità nel comparto sanitario, bene primario proprio del popolo. Il passo dall’esserne responsabili a diventarne marionette è stato breve. E se all’inizio i primi cittadini si erano fidati delle istituzioni in Regione, attendendo che le rassicurazioni diventassero realtà, ora non ci stanno più.
A dare il ‘la’ per primo è stato Roberto Rigoni Stern, sindaco di Asiago, che ha portato in piazza colleghi e cittadini per rivendicare le
Riprende in mano, dopo un periodo in cui si era messo in linea con i colleghi, Valter Orsi, sindaco di Schio, che non ci sta a continuare sulla via del silenzio intrapresa dalla ‘sua’ Conferenza dei Sindaci. Sembra essere scomparso nel nulla infatti il presidente del Distretto 2 Franco Balzi, “preso da problemi di carattere personale” commentano molti suoi colleghi, consapevoli che da mesi non c’è una presa di posizione istituzionale, un comunicato, un’azione che esprima la posizione del gruppo. “E’ giusto che il tema sanità entri nella campagna elettorale regionale, visto che è un argomento gestito direttamente da Venezia e dal quale i sindaci sono stati esautorati. Per le elezioni regionali mancano purtroppo candidati rilevanti in Alto Vicentino, il che significa che questo territorio è destinato a portare acqua al mulino degli altri”, ha esordito Orsi.
Sindaco Orsi, i cittadini lamentano liste di attesa estenuanti, servizi che non ci sono più, disabili abbandonati con le loro famiglie e la costrizione di rivolgersi a strutture private. Come si è arrivati a questo punto?
A gestire la Sanità servono manager seri, preparati, che non siano a servizio della politica. La Ulss è un’azienda vera e propria, ogni Ulss ha un suo bilancio che deve quadrare, i conti devono tornare. La nostra Ulss ha una bilancia di pagamenti di 80milioni di euro, tra fughe e attrazioni. Sono tantissimi soldi che potrebbero essere usati per i servizi. Ulss 7 paga 60 milioni di euro alle altre Ulss per le fughe dei pazienti, che scelgono di rivolgersi ad altri ospedali. Questo non succede solo per interventi di alta specializzazione, ma anche per cose di routine. Al tempo stesso, la Ulss 7 attrae pazienti da fuori e questo porta in cassa 20 milioni di euro. Io vorrei sapere da dove arrivano quei 60 milioni di euro, perché se anche si potesse risparmiare solo un terzo dei soldi dovuti a queste ‘fughe’, sarebbero 20 milioni da investire nella nostra Ulss. Si potrebbero assumere medici, ripristinare servizi, riorganizzare le strutture interne istituendo anche delle ‘premialità’.
Non possiamo accettare che la struttura sia organizzata in diverse Ulss e poi si consideri un unico bilancio veneto. Allora a questo punto, si faccia una unica Ulss… Il che non sarebbe di certo una buona idea.
Cosa intende dire?
La Ulss, in ogni territorio, è la più importante azienda di tutte, un’azienda che eroga servizi sanitari ai cittadini. Ma alla guida non ci può essere un dg depotenziato (oggi tutti i dg dipendono da Azienda Zero). Oggi un dg vale il 50% di quanto valeva 10 anni fa, tanto che il bando per i dg è stato prorogato perché c’erano poche adesioni.
Dopo i fatti del covid, analizzando la ‘collega’ Lombardia, regione a guida leghista, in Veneto si è fatto più concreto il timore che la Sanità pubblica stia ‘virando’ verso una graduale privatizzazione. Cosa ne pensa?
Io non credo che si voglia andare verso il privato, ma vedo oggi che c’è la necessità di accedere ai servizi erogati dai privati perché manca la capacità di gestire la sanità come un bene pubblico. Manca una visione complessiva in grado di fare avanzare chi è più indietro senza far indietreggiare chi è più avanti. E’ questo che ha portato a livellare al ribasso i servizi che erano eccellenti e a farne le spese più alte è stata proprio la nostra ex Ulss 4, il distretto dell’Alto Vicentino. Oggi succede che, per garantire servizi e snellire le liste di attesa, vengano presi medici ‘a gettone’ da fuori e alcuni servizi vengono appaltati a privati. Questo porta alcuni medici a prendere più soldi rispetto ai medici della struttura stessa, disgregando l’armonia con i medici della struttura stessa. E per quanto riguarda i servizi, andando avanti così si rischia di trovarsi davvero senza servizi e i ‘tamponi’ che vengono fatti per ‘acquistare’ servizi esterni e per coprire turni rischiano di diventare un boomerang.
Troppa politica che interferisce in un sistema estremamente delicato, questa è la lamentela generale…
Assolutamente sì. La politica deve rimanere fuori dall’ambito sanitario. Quella politica intesa come ‘spartizione di poltrone’ deve stare lontana dalla Sanità, su questo la regione Veneto dovrebbe agire e dare un segnale importante.
Ci sono le elezioni regionali alle porte. La Sanità è un cavallo di battaglia, sia per i tantissimi soldi che muove il comparto a livello regionale che per l’importanza dell’argomento. Ma i consiglieri regionali in questi anni sono stati spesso in silenzio. Pochissimi comunicati, nessuna presa di posizione. Un silenzio impressionante su un tema delicatissimo…
Infatti mi piacerebbe ascoltare la versione di alcuni candidati uscenti, soprattutto di quelli che andranno sicuramente nei territori a chiedere voti, ma che in questi 5 anni non si sono mai fatti sentire né vedere e non hanno preso posizione. Noi sindaci faremo tutti delle riflessioni e valuteremo in che direzione spostare i voti, nell’ottica di puntare sulle persone. Io lo farò senza pregiudizi di partito, premiando l’impegno di chi non si è nascosto dietro ad una bandiera. Bisogna dare spazio a chi, quando ricopre un ruolo, lo esercita nel pieno del mandato che gli è stato conferito. I consiglieri in carica oggi non si sono interessati dei problemi della gente.
E’ il tempo della persona quindi, non più dell’ideologia a tutti i costi…
E’ in tempo di difficoltà che si vede il cavallo vincente. Oggi si evidenzia in modo chiaro il valore della singola persona come referente istituzionale e bisogna rivalutare le persone. Come Zaia si è posto come persona durante il periodo del covid, e questo mi sento di doverlo mettere in evidenza, così devono essere valutati i candidati, che non devono essere portatori d’acqua ai partiti che poi raccolgono loro la farina, ma devono dare risposte e rappresentare i territori e la popolazione. Ecco, questo voglio dire: l’Alto Vicentino manca di candidati forti e l’elettorato dell’Alto Vicentino rischia di diventare un portatore di farina che verrà macinato nei mulini di altri.
In Altopiano i sindaci stanno prendendo posizione. Roberto Rigoni Stern ha alzato il livello del dibattito, arrivando a scontrarsi direttamente con qualche politico ‘di spicco’ e ha
Io sono solidale con i rappresentanti dell’Altopiano, che lottano per la difesa dei servizi. Non comprendo perché vengano costruiti muri e ospedali nuovi quando poi non ci sono i presupposti per riempirli di persone (medici e personale sanitario) e non vengono garantiti i servizi. Che senso ha fare ospedali e lasciarli vuoti?
In Alto Vicentino come va? La conferenza dei sindaci del distretto 2 è silente da mesi. Scusi la schiettezza, ma ci siete o ci fate? I cittadini denunciano carenze da anni, alcune opposizioni hanno urlato a più non posso e trascinato gente in piazza. La conferenza dei sindaci dov’è?
Oggi, sono proprio i sindaci, in qualità di sindacati dei cittadini, che dovrebbero occuparsi di Sanità. Questo l’ho riscontrato nell’assemblea unificata dei due distretti della Ulss 7. Vogliamo pesare tutti insieme, superando le barriere politiche, abbiamo capito che il futuro della Ulss dipende dalla condivisione delle problematiche.
Altovicentinonline ha messo in evidenza il grave problema del reparto di Ortopedia nell’ospedale di Santorso, spiegando che nel 2018 era stata addirittura trasferita a Verona la costosa Unità Operativa Complessa di Chirurgia Vertebrale, fiore all’occhiello della ex Ulss 4. I sindaci lo sapevano…
Il 7 febbraio 2018 avevo inviato una lettera io personalmente, in qualità di sindaco di Schio, all’allora direttore generale Giorgio Roberti (protocollo 8745, n.d.r.). Esprimevo la mia rabbia per la decisione di trasferire l’Unità a Verona e chiedevo di sapere quali erano i programmi della Regione per adempiere alle schede ospedaliere a Santorso, il che significava un ripristino dell’Unità stessa. Avevo anche dichiarato la mia intenzione di coinvolgere i sindaci colleghi in azioni drastiche, tra le quali bloccare i pagamenti relativi a servizi che non vengono corrisposti. I miei colleghi sono testimoni delle mie rimostranze in conferenza dei sindaci. Per calmarmi il dg Roberti spiegò che si trattava di attrezzatura semplice, di poco valore. Poi la cosa non ha più avuto repliche da parte della Regione e nessun commento dai consiglieri regionali del nostro territorio. Questo atteggiamento deve cambiare. I sindaci devono poter tornare ad avere un ruolo nella Sanità e i rappresentanti regionali devono difendere il loro territorio.
Anna Bianchini
La lettera di Orsi a Roberti