“Io non faccio parte di quelli che pensano che i cittadini debbano essere trattati come cittadini di serie A o serie B, spero che questo Paese intraprenda un percorso di pacificazione”. Lo dice Luca Zaia, governatore del Veneto, a Roma per presentare il suo libro. “Certo- aggiunge- davanti a questa ondata di infezioni che coinvolge soprattutto i non vaccinati la preoccupazione è alta”. Zaia assicura poi che “non ci sono due linee” di pensiero nella Lega, nessun contratto con Matteo Salvini, poi aggiunge: “Stiamo attendendo la bozza del decreto per capire cosa deciderà il governo” sul super green pass, ma sarebbe meglio “evitare di chiudere e evitare di penalizzare chi ha fatto una scelta in linea col piano di sanità pubblica”. Infine, conclude: “Pensare a nuove chiusure ci metterebbe in difficoltà. Immagino la vera sfida sia quella di codificare la zona arancione”.
Due nodi ancora da sciogliere
Non tutto però è deciso e la cabina di regia della maggioranza che precederà il Consiglio dei ministri dovrà sciogliere sostanzialmente due nodi: da quando scattano le nuove misure e a partire da quale fascia di colore si applica il super green pass. Per quanto riguarda l’entrata in vigore, due sono le date sul tavolo: lunedì 29 novembre, quindi lunedì prossimo, o il primo fine settimana di dicembre. In entrambi i casi, comunque, le misure sarebbero già operative per la festa dell’Immacolata, con milioni di italiani che in quei giorni si sposteranno nelle località sciistiche. Quanto alle fasce in cui si applicherà il super green pass, l’ala rigorista del governo e buona parte delle Regioni vorrebbe che scattasse fin dalla zona bianca. In sostanza, il doppio binario dovrebbe esserci a prescindere dalla situazione in cui si trova la Regione. Altri governatori e parte del governo ritengono invece che le misure debbano scattare dalla zona gialla. In ogni caso servirà una modifica della norma sul sistema dei colori per ‘legarlà al super green pass, altrimenti al superamento di determinati parametri le limitazioni scatterebbero comunque. Sarà Draghi a fare la sintesi delle diverse posizioni.
La carta verde avrà una durata di 9 mesi
Sarebbero stati invece tutti sciolti i nodi politici sulle altre due misure che verranno introdotte con il decreto: la riduzione della durata del green pass, che passerà da 12 a 9 mesi, e l’introduzione dell’obbligo della terza dose per i sanitari e il personale che lavora nelle Residenze sanitarie assistite. Non ci dovrebbero quindi essere almeno per il momento né l’obbligo vaccinale per altre categorie, a partire da quelle più a contatto con il pubblico (forze di polizia, dipendenti della pubblica amministrazione e professori), né una riduzione della durata dei tamponi antigenici da 48 a 24 ore e dei test molecolari da 72 a 48 ore, interventi entrambi di cui si discute da giorni nella comunità scientifica. Quanto all’obbligo della mascherina all’aperto, dovrebbe rimanere a partire dalla zona gialla, anche se a livello locale governatori e sindaci si stanno già muovendo: lo ha deciso l’Alto Adige, la ha stabilito il sindaco di Padova per il centro storico della città e lo sta valutando il primo cittadino di Firenze Dario Nardella.