“Il maggior ostacolo per la libertà del Veneto è stato, è e sarà sempre la Lega Nord ed i suoi giullari”. Sono piuttosto dure le parole di Lucio Chiavegato, candidato consigliere regionale nel gruppo di Alessio Morosin che, con il suo sogno di indipendenza del Veneto ha portato a casa solo il 2,4% delle preferenze.

“Mertivamo motlo di più – ha sottolineato Chiavegato – ma i veneti hanno preferito votare gli slogan e le chiacchiere pagate con i soldi di tutti i i Veneti attraverso il rimborso elettorale”.

Nel momento di buttarsi nella mischia elettorale, Chiavegato aveva fatto una scelta forte, insieme ad un partito (Indipendenza Veneta), che ha preferito correre da solo invece di allearsi. Ma la schiacciante vittoria di Zaia su Alessandra Moretti e l’aver guadagnato solo una piccola parte di preferenze, ha infastidito Chiavegato, che è sceso in campo con alcune riflessioni personali. “I Veneti sono ancora assopiti dalle paure messe in campo ad arte verso un nemico inesistente, la Moretti, che ha funzionato. Gente che tremava al solo nominare Ladylike e non si ricordava dei 300 e passa suicidi per mano della crisi, dei giovani che emigrano, delle aziende che chiudono e delle famiglie allo stremo. Il grande merito va all’accoppiata del padrone padano e del servo veneto che sono riusciti a far risorgere gli zombies. La politica ‘itagliana’ non fa per me – ha continuato –  Lo ammetto, come ammetto che auspicavamo un risultato migliore. La loro tecnica ha funzionato contro di noi: lista civetta, censura, campagna elettorale martellante a suon di milioni di euro, promesse irrealizzabili, slogan Salviettari, gran confusione ma ottimo risultato. Auguro al governo Zaia2 un buon lavoro da esecutore di imposizioni ‘itagliane’ come ha fatto negli ultimi 5 anni. Mi tengo l’ennesimo programma elettorale a portata di mano per i prossimi anni, come ho fatto con quello passato mai realizzato”.

Per Chiavegato il Veneto ha una sola chance per rinascere e andare avanti, ottenere l’indipendenza definitiva dall’Italia.

“Non cambio una virgola del mio pensiero – ha sottolineato Chiavegato – Mentre i vincitori si batteranno sicuramente per la sanità, l’autonomia del Veneto, per le strade, per le scuole, per la sicurezza, per l’immigrazione, per le imprese, per le famiglie e per l’indipendenza (ordine non casuale), noi che faremo? Presto ci troveremo per fare il punto della situazione e per capire come proseguire questo unico cammino che ci può salvare dal disastro annunciato italiano. La politica vuole identificare in Renzi il nemico – ha continuato – e questo serve per riportare le cose a livello nazionale, destra contro sinistra e far dimenticare il grande rischio corso ovvero l’indipendenza del Veneto. Non si vuole che i veneti capiscano l’importanza di essere sovrani per cui vengono distratti con politiche ‘itagliane’, che parlano di euro, immigrati, clandestini, rom, eccetera. Lì sì che si fa audience e voti. Una fabbrica di slogan che ogni 2 o 3 anni si rinnova. Andiamo a testa alta – ha concluso Chiavegato – Tutto ciò che abbiamo fatto è farina del nostro sacco e non dobbiamo ringraziare nessuno eccetto che noi stessi. Viva San Marco”.

Anna Bianchini

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