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Reddito di cittadinanza a Posina. Si accende lo scontro

“Non ho dichiarato che chi percepisce il reddito di cittadinanza non ne abbia il diritto, ho solo espresso un’opinione che riguarda il mio pensiero su un sussidio che non solo non risolverà il risolverà il problema della disoccupazione, ma autorizza alcune persone ad utilizzare quel contributo per bisogni che non sono di prima necessità”.

Cerca di placare i toni il sindaco di Posina Andrea Cecchellero che, in queste ore, è stato al centro di polemiche e attacchi soprattutto da parte di esponenti del Movimento 5 Stelle.

A scendere in campo persino senatori della Repubblica, che rivendicano la bontà del provvedimento che, a loro dire, sta dando ossigeno in Italia a persone disagiate che quantomeno adesso possono portare un pezzo di pane sulla tavola delle loro famiglie.

Le parole di Cecchellero

A fare insorgere persino il senatore Enrico Cappelletti e la senatrice Barbara Guidolin, è stata l’accusa del primo cittadino del paese che conta 565 abitanti, a qualche suo concittadino che ha definito “nullafacente”.

Cecchellero ha parlato di “mancanza di diritto morale” nel vedere con i propri occhi, qualche percettore del reddito ciondolare per il paese e utilizzare la carta per andare al ristorante.

“E’ chiaro che il diritto è loro garantito dalla legge che prevede che percepiscano quel sussidio, il mio è un discorso etico sul modus vivendi di alcuni e ripeto alcuni personaggi che sembra non abbiano l’intenzione di trovare un’occupazione. Non era un discorso generale, ma riferito al mio paese, dove gli impiegati comunali vengono pagati con i soldi del contribuente anche per sbrigare le pratiche necessarie per fare elargire questi sussidi. Mi riferisco a casi che conosco personalmente e che sono altrettanto noti in paese”.

“Caro sindaco, li impieghi nei lavori socialmente utili”

Caro Sindaco, ma perché non li mette a fare lavori socialmente utili? È un suo diritto e dovere – ha detto Enrico Cappelletti, senatore del Movimento 5 Stelle scrivendo al primo cittadino sulla bacheca di Altovicentinonline – Lo Stato le paga pure l’assicurazione. Mi suona strano che lei dia dei fannulloni a soggetti tenuti a fare lavori socialmente utili, che il comune non propone. Inoltre, quando la Lega ha votato il Reddito di Cittadinanza, dopo averlo modificato, perché lei non ha detto nulla? Infine sui centri per l’impiego, lei dice che non funzionano, ma non dice che dipendono da Zaia. Non crede opportuno girare la richiesta al governatore, e sentire che cosa dice? Sono d’accordo che tutto possa essere migliorato. Ma non sono d’accordo di buttare via il bambino con l’acqua sporca. In Italia, ci sono furbetti delle pensioni d’invalidità, ma non per questo qualcuno ne ha mai chiesto l’abolizione. Piuttosto mettiamo insieme tutti i contributi per farlo funzionare bene. In fondo il RdC è una assicurazione contro i momenti difficili che ognuno può incontrare nella vita. Un giorno, forse, potrebbe essere utile anche a chi in questo momento lo sta criticando”.

La nota della senatrice Barbara Guidolin

“Trovo davvero singolari le dichiarazioni del sindaco di Posina sul Reddito di Cittadinanza perché dimentica che se oggi ricopre il ruolo di amministratore locale è una sua libera scelta. Ha scelto lui di assumersi oneri e onori una volta eletto alla carica di

primo cittadino. Ben altra cosa è vivere con un reddito al di sotto della soglia di povertà o perdere il lavoro perché l’azienda in cui lavorava ha chiuso magari delocalizzando la produzione per via della crisi. Le sue dichiarazioni non fanno bene all’istituzione che rappresenta. Forse il sindaco dimentica che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di carattere economico e sociale che impediscono ai cittadini di avere un’esistenza libera e dignitosa e per questo gli consigliamo di ripassare la Costituzione, che per il M5S è un faro. Non a caso ha realizzato il Reddito di Cittadinanza, che è una misura di politica attiva del Lavoro, tutt’altro che assistenziale, articolata in 3 fasi: sostegno al reddito, formazione e riqualificazione professionale e inserimento nel mercato del lavoro. E’ ispirata al principio che nessuno deve rimanere indietro. Rispediamo al mittente qualsiasi considerazione strumentale sul Reddito di cittadinanza – ha concluso – e suggeriamo al sindaco di dimettersi se il gioco non vale la candela”.

 

Il post rimosso e le accuse alla Lega

Dopo la bagarre sui social il sindaco di Posina ha rimosso il post sul reddito di cittadinanza. “La discussione sul web stava degenerando e i toni si stavano facendo violenti. Quindi ho cancellato il mio post – ha spiegato Cecchellero – Tengo a specificare che non ho cambiato idea né sono un tipo che non accetta le critiche, ma lo scontro virtuale si stava allargando con parole eccessive che non condivido quando si esprimono delle opinioni, seppur diverse. Al senatore Cappelletti rispondo che sono il sindaco di un piccolo paese di montagna, che sono un commerciante ed ho un piccolo negozio di vicinato, di quelli che stanno chiudendo perché non più in grado di sostenere l’assurdo sistema di tassazione imposto dallo stato. Percepisco un’indennità mensile di 880 euro al mese, cifra pari a quella percepita da chi, con il reddito di cittadinanza non rischia nulla e non deve lavorare da mattina a sera, come invece faccio io. Il lavoro fa parte del mio dna veneto – continua Cecchellero nei confronti di Cappelletti – Inizio alle 6.30 e finisco spesso dopo cena, sabato e domenica compresi. Le mie parole erano riferite alla realtà del mio Comune, conosco benissimo i 6 casi a cui mi riferivo nel post e posso garantirle che difficilmente riusciremo ad utilizzare queste persone per lavori socialmente utili, a meno di non costringere altri impiegati a far loro da tutori. Nel caso di qualche mio concittadino, abbiamo investito più volte per creare opportunità di lavoro, ma senza risultati”.

Per quanto riguarda l’accusa di appartenere al partito che ha votato insieme al Movimento 5 Stelle il reddito di cittadinanza, il primo cittadino spiega “che si trattava di un compromesso stipulato tra le allora due parti di governo. Sul tavolo c’erano autonomia e reddito di cittadinanza. Inutile sottolineare che da una parte l’accordo è stato rispettato e dall’altra no”.

A.B.

Sei redditi di cittadinanza a Posina. Il sindaco: “Nullafacenti”