Altro che Altovicentino unito. Era appena venerdì scorso quando nella lussuosa Villa Godi Malinverni di Lugo si parlava di città metropolitana, di compattezza di sindaci pronti a fare cordata per diventare un tutt’uno in nome del bene comune di un territorio che raccoglie circa 220mila abitanti e oggi arriva un comunicato stampa dai contenuti piuttosto forti. ‘Siamo pronti alla mobilitazione se la Prefettura requisirà immobili a Schio’.
A dichiarare guerra è Valter Orsi, che si riferisce alla possibilità che dal Palazzo del Governo di Vicenza arrivi l’ordine di fare alloggiare i migranti all’ex De Lellis. La risposta non si è fatta attendere da parte del primo cittadino di Schio, che in barba alla sua fascia tricolore, preannuncia addirittura la sommossa popolare.
Le sue dichiarazioni arrivano a pochi giorni anche dalla riunione a Santorso, dove i rappresentanti di 26 Comuni avevano tracciato il bilancio del Protocollo d’intesa per l’accoglienza diffusa. Durante la serata, alla scuola Cipani, era stato mostrato un video in cui si testimoniava l’attività d’integrazione svolta da alcune cooperative ‘sane’, che stanno collaborando con i comuni firmatari per tenere la situazione sotto controllo. Presente un rappresentante della Prefettura di Vicenza, che aveva assicurato il rispetto del protocollo, che sta per essere esportato ad altre realtà veneto, che lo vogliono proprio per arginare il fenomeno dell’immigrazione.
Nell’occasione molti sindaci avevano spiegato la scelta di aderire ad un documento che serve ad arginare un numero che a Schio è fuori controllo da diverso tempo con 104 immigrati gestiti dalle cooperative, dalle parrocchie e dai privati e con l’esclusione di un Comune, che non ne ha voluto sapere, ma che li subisce comunque e che molto probabilmente, ne subirà ancora.
Sorge spontanea la domanda: se Schio avesse aderito al protocollo che imponeva alla Prefettura di inviare al comune aderente al patto 1, massimo 2 profughi per abitante, il numero di arrivi a Schio non si sarebbe già fermato? Come si è fermato a Thiene, dove al momento, tra progetto Sprar e protocollo d’intesa, ci sono solo una ventina di immigrati, che al massimo, arriveranno a 48, come ha concordato il sindaco Gianni Casarotto con il prefetto.
E perchè allora a Schio ce ne sono 104 e ne sarebbero previsti di altri? Eppure il sindaco Orsi, in disaccordo con la maggioranza dei colleghi dell’Alto Vicentino aveva detto no. A questo punto, non gli conveniva aderire al protocollo per limitare un numero che alla fine non potrà nemmeno controllare?
Altro quesito spontaneo: ma l’ex ospedale De Lellis non è di proprietà dell’Ulss 4?Può opporsi un sindaco all’ingresso di ospiti in casa altrui?
Una cosa è certa, dopo questi mesi di polemiche e proteste: dire no alla Prefettura non significa non avere immigrati, ma questo era stato detto da prima dell’estate quando durante la trattativa, il capo del governo di Vicenza aveva detto a chiare lettere: ‘O firmate e scendiamo a compromesso sul numero o ve li metto lo stesso’
Natalia Bandiera