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Piovene. Consiglio comunale al vetriolo. Masero mette in stand-by l’area camper

Consiglio comunale ‘di fuoco’ ieri a Piovene Rocchette, con il sindaco Erminio Masero messo alle strette e costretto a capitolare da un’opposizione agguerrita e da 284 firme di cittadini contrari alla realizzazione di un’area camper in un terreno venduto come agricolo in via Thiene.

Stop momentaneo al progetto, con sospensione del voto in consiglio, che prevedeva la concessione di edificabilità ad un terreno acquistato come agricolo e ritenuto idoneo all’ampliamento artigianale.

Nulla di fatto per il momento, con assessori e consiglieri di maggioranza in religioso silenzio e sindaco che, dopo aver provato a convincere che quella fosse l’unica adatta, ha dovuto cedere ad accuse pesanti lanciate dalla minoranza, che ha tirato in ballo favoritismi e lottizzazione abusiva.

“Alla base della discussione la vendita di un terreno agricolo, acquistato per una ‘pipa di tabacco’, rivenduto a peso d’oro sempre come agricolo e con tanto di atti trascritti 5 anni e 7 mesi dopo la firma per evitare che qualcuno si opponesse”, ha spiegato Renzo Priante, consigliere di minoranza.

Quel terreno ora avrebbe dovuto diventare edificabile. E qui sta il punto.

“La ditta aveva chiesto 5mila metri quadri e nonostante a Piovene ce ne siano 80mila disponibili – ha continuato Priante – L’amministrazione aveva deciso di accondiscendere alla richiesta di avere proprio quel pezzo di terra a fronte strada, sottolineando che avrebbe concesso solo ed esclusivamente a quel privato di edificare, ma questo avrebbe costituito un precedente pericoloso. Il proprietario del terreno aveva pagato molto caro quell’appezzamento a chi, a sua volta, l’aveva comperato per molto meno. Si parla di 100mila euro in contanti nel 2008 prima del Pat (Piano di Assetto Territoriale) e 75mila nel 2010, dopo il Pat. Il contratto però risulta registrato 5 anni e 7 mesi dopo, in modo da escludere azioni legali”.

Con lo stop momentaneo al progetto però, la battaglia dell’opposizione non si ferma. “Temiamo che questo sia solo un insabbiamento da parte dell’amministrazione che non ha voluto dire ‘no’ alla richiesta dell’azienda ma allo stesso tempo è stata messa alle strette dai fatti – ha spiegato Priante – In consiglio il sindaco Masero si è preso la responsabilità di mettere un blocco finchè la magistratura non farà chiarezza, ma temo che il non aver voluto votare il ‘no’ definitivo al progetto, significhi un insabbiamento. SI doveva votare il ‘no’ definitivo – ha concluso l’architetto Priante – e l’azienda avrebbe dovuto scegliere i 5mila metri quadri che le servivano per l’ampliamento tra gli 80mila disponibili, senza pretendere proprio quel pezzo di terra solo perché si trova a fronte strada”.

Anna Bianchini