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Pfas approda in Regione. Zaia si difende : “Veneto unico che tutela l’ambiente”

La questione pfas approda in Regione e la giunta di Zaia si difende “Siamo sempre stati attenti ai temi ambientali e alla salute dei cittadini”, approvando all’unanimità la mozione che darà il via a interventi per affrontare l’inquinamento, che interessa 400 mila veneti di 79 comuni tra le province di Padova, Vicenza e Verona.

“La Regione del Veneto, a fronte di una segnalazione da parte del Cnr nel 2013, è stata l’unica che si è immediatamente attivata per affrontare il problema della presenza di sostanze perfluoroalchiliche nell’acqua, anche in assenza di indicazioni normative in merito, proprio perché la salute pubblica è una questione prioritaria. Grazie agli interventi messi in atto, utilizzando gli strumenti al più elevato livello tecnico e scientifico oggi disponibili, il fenomeno è sotto controllo e l’acqua ad uso potabile è monitorata costantemente. Tutti i dati relativi ai 18.760 campionamenti finora effettuati sono consultabili da tutti sul sito dell’Arpav” lo hanno dichiarato gli assessori regionali all’ambiente Gianpaolo Bottacin e alla sanità Luca Coletto,al termine della seduta straordinaria del consiglio regionale.

L’assessore Bottacin ha inoltre evidenziato che la regione Veneto ha posto in tutte le sedi tecniche e governative il problema della mancanza di limiti di legge per queste sostanze e proprio in risposta a queste sollecitazioni sono stati indicati dal ministero dei valori di performance a cui attenersi. “Il Veneto” dichiara Bottacin “è al di sotto di questi limiti e sono da evitare quindi inutili allarmismi, la stessa Oms ha riconosciuto che la nostra Regione è un esempio virtuoso di gestione coordinata di questa problematica, su cui è comunque necessario che anche il governo intervenga concretamente dal punto di vista del supporto finanziario”.

Confermato da Coletto che è ancora in corso la fase che riguarda il monitoraggio su alimenti e sulle popolazione che la Regione ha affidato all’Istituto Superiore di Sanità, con stanziamento di fondi regionali. Solo con gli esiti si potranno conoscere scientificamente la situazione e quali possono essere le potenziali patologie collegate.

“La Giunta Regionale” continua Coletto “ha lavorato in pieno spirito di squadra fin dal primo minuto assumendosi, prima in Italia, in maniera organica e coordinata l’onere di affrontare il problema, anche accettando responsabilità che avremmo benissimo potuto evitare. La ricerca internazionale era partita nel 2006, ma ne fummo informati solo nel 2013. Il Veneto ha messo in sicurezza gli acquedotti spendendo 2 milioni 500 mila euro. Sono già stati stanziati 500 mila euro per i biomonitoraggi e sul tema dei PFAS tutti i tecnici regionali – della sanità, dell’ambiente, dell’agricoltura – hanno lavorato e lavorano con competenza e impegno su un fronte difficile e privo di riferimenti normativi”.

Per l’opposizione il voto unanime alla mozione rappresenta solo un punto di partenza. I grillini che hanno acceso il dibattito in consiglio, tengono a precisare che vigileranno sull’operato della giunta, specialmente dopo che si sono visti bocciare la mozione di inserimento tecnici professionisti liberi e indipendenti nella task force della giunta nella ricognizione esaustiva della situazione e dei possibili sviluppi per tutte le matrici interessate dalla contaminazione e conseguenti valutazioni delle ricadute su tutti gli ambiti interessati “Non ci hanno detto nulla di nuovo, volevamo risposte che non ci sono arrivate” dichiara Manuel Brusco consigliere regionale M5S “Eccetto esprimerci che stanno valutando di denunciare chi crea falsi allarmismi”.
Zanoni, consigliere regionale per il Pd, punta molto sull’aspetto della responsabilità “La mozione impegna la giunta a richiedere il risarcimento danni ai responsabili di questo disastro valutando anche un’azione penale. Abbiamo chiesto la pubblicazione dei dati relativi ai campioni di sangue dei cittadini attesi da circa 10 mesi. Impegni anche per bloccare la contaminazione della catena alimentare e per far effettuare una bonifica definitiva del sito della Miteni SPA. Ora monitoreremo che la Giunta concretizzi quanto approvato dal Consiglio”.
Ma la Regione aveva già anticipato anche questo, mediante un esposto depositato nelle Procure delle tre province venete, come ha ribadito l’assessore Bottacin ” la Regione segue la vicenda sin dal 2013, quando fu approvata la prima delibera sull’argomento, seguita da altri provvedimenti. Da subito è stata anche avviata una totale collaborazione con le Procure di Padova, Vicenza e Verona, che prosegue tuttora”.

Paola Viero